Di Vincenzo Petrosino - Oncologo Chirurgo, Salerno -

E' sempre più diffuso il fenomeno di aggressione da parte di molti ai medici. In realtà dopo 43 anni di professione, conoscendo il passato,  devo dire innanzitutto che la gente in genere non ha oggi alcun rispetto spesso per coloro che devono curarli.

Credo che molti si approcciano ai contatti con un medico alla stessa stregua di quando sono sui social. 

L'Organizzazione mondiale della sanità segnala che fra l'8% e il 38% degli operatori sanitari ha subito una forma di violenza fisica nel corso della sua carriera e che sono ancora più numerosi coloro che sono stati aggrediti verbalmente.

 A correre i rischi maggiori, rileva l'Oms, sono gli infermieri e coloro che lavorano nei pronto soccorso. E' un quadro che descrive bene anche la realtà italiana, dove i dati dell'Inail indicano che le aggressioni al personale sanitario sono complessivamente 1.600 l'anno, dagli ambulatori di psichiatria alle guardie notturne, con una media di poco più di 4 al giorno.

Fra le regioni nelle quali il fenomeno è più frequente c'è la Puglia, come è emerso dall'indagine presentata recentemente dall'Ordine dei medici di Bari in collaborazione con il Gruppo di lavoro donne medico Agapanto. I loro dati indicano, per esempio, che nel 2022 le aggressioni sono aumentare del 60,87% fra gli operatori della Croce Rossa, che nel 20,48 % dei casi l'aggressione è avvenuta da parte di un gruppo e nel 44,18% dei casi l'aggressore era un utente della struttura sanitaria.

Ma questi  numeri descrivono però solo la punta di un iceberg. Per esempio, secondo l'Ordine delle professioni infermieristiche non vengono quasi più denunciate le aggressioni verbali, che sono comunque motivi importanti di stress e che possono portare anche ad abbandonare la professione.

Oggi spesso anche i medici di medicina generale sono sottoposti a pressioni, aggressioni verbali e a volte anche  violenze di  diverso tipo.

Spesso alcuni medici sono costretti a ricusare  i pazienti per reale rottura dei rapporti di fiducia.  

Molte volte la disponibilità viene intesa come " sottomissione " ed è davvero complesso specialmente oggi per le nuove leve  gestire 1000-1500 pazienti senza avere problemi di relazione quasi quotidiani.

La sanità oggi ha delle note di appropriatezza  da seguire che a volte non sono " gradite " all'utenza.

Tutti vorrebbero tutto e subito , pensano a volte di " schiavizzare " lo stesso medico specialmente se debole molte volte alzando la voce.

A volte esistono richieste di certificazioni assurde , di quantità di farmaci impropri e la negazione di questo spesso conduce a comportamenti aggressivi molte volte verbali ma a volte anche a limite di denuncia.

Non sempre il medico la mattina si alza per andare a lavorare e deve anche pensare di denunziare questo o quel comportamento. 

Esiste in genere a mio giudizio una vera e propria mancanza di rispetto verso la professione medica, alcuni  abituati nella vita ad alcuni comportamenti per professione o abitudini errate, credono di poter alzare la voce, minacciare o peggio incutere timore nei medici e personale medico.

Molti navigano nelle querele inutili , cercano indennizzi per ogni cosa , davvero credono che nessuno deve ammalarsi, che nessuno può commettere errori e che  i medici devono " essere al servizio " del primo venuto che crede di alzare la voce o peggio .

Sottili sono a volte le minacce velate del tipo ... se accade qualcosa poi la colpa è vostra...Insomma la stessa serenità e stabilità del medico di qualsiasi livello viene ad essere alterata. 

Personalmente mi è capitato addirittura da parte  di persone che dovrebbero invece fare rispettare alcune cose e  non alzare la voce in modo minaccioso.

Cosa dire... certamente non è tutto nero e neppure tutto bianco, esistono delle eccezioni, ma a mio giudizio sono poche.

La sanità in genere va senz'altro rivista e migliorata, sono il primo a scriverlo , ma va migliorata anche l'educazione e i comportamenti dell'utenza. Spesso i pronto soccorso sono ingestibili per le intemperanze dei pazienti e familiari . Tutto questo ha letteralmente fatto fuggire molti medici da quel tipo di lavoro. Quel lavoro io l'ho vissuto più di 40 anni fa al Ps di Via Vernieri a Salerno . Non ricordo tante tensioni e tranne alcuni episodi isolati non ricordo violenze che leggo oggi dappertutto. 

Molti davvero oggi pensano di essere su "TikTok".

La medicina come ho spesso scritto va "umanizzata", ma umanizzati ed educati  vanno anche gli utenti che qualcosa l'hanno davvero spesso dimenticata!  


Per conoscere di più sempre dello stesso autore: 
fai.informazione.it/A01B06F9-B896-4ABC-83CC-67A0CF1CEECC/Ho-sempre-sostenuto-l-Umanizzazione-della-Medicina