Come già anticipato, è arrivato a stretto giro l'annuncio da parte dell'amministrazione Biden dell'invio di bombe a grappolo all'esercito ucraino. 

Le ong che si occupano di diritti umani, così come le Nazioni Unite, hanno criticato la decisione di Washington. Le bombe a grappolo o cluster bomb saranno parte di un invio di materiale bellico da 800 milioni di dollari che fa salire l'ammontare degli aiuti militari statunitensi finora forniti a Kiev, a partire dal febbraio 2022, a oltre 40 miliardi di dollari.

Un funzionario del Pentagono ha detto ai giornalisti che le munizioni a grappolo "saranno fornite in un momento che è determinante per la controffensiva".

Però, quel tipo di munizioni è proibito da più di 100 Paesi a seguito di una convenzione che ne vieta la produzione, l'accumulo, l'uso e il trasferimento, a cui Russia, Ucraina e Stati Uniti (insieme ad altre nazioni tra cui Israele) non hanno aderito.

Le bombe a grappolo sono dei contenitori che in vista dell'obiettivo si aprono lasciando cadere decine di piccole bombe che esplodono in un raggio fino a 400 metri. Come chiunque può comprendere, il possibile utilizzo sui civili o su obiettivi militari dove i civili potrebbero non avere sufficiente riparo, ha fatto diventare vietato quel tipo di arma. Ma non è solo la possibilità che colpisca indiscriminatamente chiunque ad averla proibita. L'altro motivo è che è molto alta la percentuale di mancata esplosione delle piccole bombe rilasciate. Questo le rende una minaccia nel tempo, perché possono essere raccolte o calpestate accidentalmente dopo la fine di un conflitto, rappresentando un pericolo per i civili che si protrarrà nel tempo, per decenni.

Nel tentativo di salvare la faccia, queste le dichiarazioni degli americani per giustificarne l'invio.

"L'Ucraina ha fornito assicurazioni scritte che userà queste munizioni in modo molto attento" per ridurre al minimo i rischi per i civili, ha dichiarato il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan. Sullivan ha poi aggiunto che le bombe a grappolo Usa inviate in Ucraina sono molto più sicure di quelle che sono già state utilizzate dalla Russia nel conflitto in corso: quelle statunitensi hanno un tasso di non esplosione inferiore al 2,5%, mentre quelle russe hanno un tasso compreso tra il 30% e il 40%. La precisazione per aggirare la legislazione statunitense che vieta la produzione, l'uso o il trasferimento di munizioni a grappolo con un tasso di fallimento superiore all'1%.

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha definito la decisione sulle bombe a grappolo come difficile, ma ha detto che l'Ucraina ne aveva bisogno. Il presidente ha detto anche che gli ci è voluto "un po' per convincersi a farlo", ma ha agito perché "gli ucraini stanno finendo le munizioni".

L'ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, ha criticato in questi termini la fornitura di queste armi:"L'efferatezza e il cinismo con cui Washington ha affrontato la questione del trasferimento di armi letali a Kiev sono sorprendenti", ha dichiarato Antonov citato dall'agenzia di stampa TASS.

Così Patrick Wilcken, ricercatore di Amnesty International su questioni militari, di sicurezza e di polizia, ha commentato la scelta americana: "Da tempo Amnesty International denuncia che le bombe a grappolo sono armi inerentemente indiscriminate, che causano danni indicibili ai civili, in alcuni casi anche decenni dopo la fine di un conflitto. La guerra di aggressione della Russia ha provocato enormi sofferenze alla popolazione dell’Ucraina. Sono state sia le considerazioni di carattere umanitario che le preoccupazioni per i civili durante le guerre e dopo la loro fine ad aver portato 111 Stati, tra i quali molti alleati dell’Ucraina, a ratificare la Convenzione sulle bombe a grappolo che vieta l’uso, la produzione, il trasferimento e lo stoccaggio di tali munizioni. I piani statunitensi di trasferire bombe a grappolo all’Ucraina rappresentano un passo indietro rispetto ai notevoli progressi fatti per la protezione dei civili sia durante che dopo i conflitti armati. Amnesty International sollecita gli Usa a riconsiderare i loro piani, ad aderire alla Convenzione, distruggere le scorte e cessare di usare, produrre e trasferire bombe a grappolo".