Roma-Brighton 4-0: pokerissimo di De Rossi a De Zerbi!

Poker show della Roma in Europa League. Nell’andata degli ottavi di finale la squadra di De Rossi travolge 4-0 il Brighton e indirizza nel migliore dei modi il discorso qualificazione in vista del ritorno in Inghilterra. All’Olimpico nel primo tempo i giallorossi rischiano grosso su una deviazione di N’Dicka che si stampa sul palo, poi vanno a bersaglio con Dybala (13′) e Lukaku (43′) e tengono la porta inviolata grazie alle parate di Svilar su Welbeck. Nella ripresa gli uomini di De Zerbi aumentano i giri e provano a reagire, ma Mancini (64′) e Cristante (68′) archiviano la pratica e prenotano i quarti.


De Rossi: “Il rinnovo con la Roma? L’ultimo dei miei pensieri”

L’allenatore della Roma, Daniele De Rossi, ha parlato dopo la vittoria per 4-0 contro il Brighton. “È imbarazzante se mi chiedete queste cose. Io penso che ogni squadra, anche le migliore, abbiano fase calanti in questa stagione. Non è che abbia fatto chissà cosa, si è incanalato tutto nel migliore dei modi, sono felicissimo, ma penso dal primo giorno e lo penso fino alla morte: sono giocatori forti, hanno grande qualità in attacco, altri allenatori si sognano alcuni calciatori. È una squadra forte che vince le partite, cerco di farli andare forte in allenamento. Bisogna correre tanto, li tratto da esseri umani e loro rispondono sul campo con queste prestazioni incredibili”.

Abbiamo visto tante belle cose.
“Io non minimizzo la portata della vittoria, la mia felicità, la prestazione dei giocatori. Noi ci troviamo comodi quando siamo più bassi, ce l’abbiamo nel dna, ma nel secondo tempo potevamo risalire un po’ meglio. Riusciamo a fargli male quando ripartivamo, a parte negli ultimi minuti. Sono contento dell’attenzione che ci abbiamo messo. Giocavamo contro una squadra diversa da tutte le altre, perché lo allena uno che è diverso da tutti gli altri. Io lo amo, c’è gente che non lo fa. Per prepararla tocca prendere il doppio del tempo”.

Terrà acceso il cellulare stanotte pensando a un rinnovo?
“Non va sporcata con discorsi che non c’entrano niente. Io so che adesso voi cominciate, conosco questa città. È l’ultimo dei miei pensieri, sto facendo un lavoro che mi piace, in un posto che mi piace, con soddisfazioni che non sapevo di togliermi in così poco tempo. Fra pochi giorni siamo contro un altro allenatore speciale (Italiano della Fiorentina, ndr), se fra una settimana andiamo là pensando di essere già passati ci spaccano”.

Dove pensava di fare male al Brighton.
“Non è che voglio fare il fenomeno, ieri ho detto che avremmo potuto vincerla lì perché c’era un divario fisico fra Spinazzola e Buonanotte. Giocatori con una corsa diversa e le condizioni di Spinazzola mi facevano pensare bene. Loro giocano spesso uomo su uomo”.

Sulla difesa.
“Io penso davvero che queste partite le prepari rispettando l’avversario. Più lo rispetto più cerco di non farlo giocare tranquillo. Devi scegliere se aspettarli oppure levargli il tempo di pensare. Sembra che ho fatto un capolavoro perché il risultato è questo, ma è troppo ampio. Il nostro portiere è stato bravo, abbiamo concesso, ma è normale contro squadre così. La prestazione la giudichiamo perché i calciatori sono stati quasi perfetti. Lukaku e Dybala hanno lavorato come degli animali. Questo mi piace, Dybala ha scivolato a destra e sinistra, rincorrendo”.


L’Atalanta gioca ma non vince: 1-1 con lo Sporting, gol di Scamacca

Pari e patta contro lo Sporting di Lisbona, con tanta sfortuna, per l’Atalanta nell’andata degli ottavi di finale di Europa League. I nerazzurri di Gasperini, fermati da tre pali, hanno pareggiato 1-1 all’Alvalade di Lisbona recuperando l’iniziale svantaggio di Paulinho firmato al 17′. La reazione dell’Atalanta ha prima portato ai pali di Holm e Scamacca, poi al pareggio del centravanti al 39′ dopo un recupero offensivo. Nella ripresa un altro legno ha fermato Lookman: la qualificazione si deciderà al ritorno al Gewiss Stadium.


Manchester City, qualificazione senza storia: altro tris al Copenaghen

Basta un tempo al Manchester City per archiviare la pratica Copenaghen. Con il successo per 3-1, stesso risultato ottenuto in terra danese, la squadra di Guardiola stacca il pass per i quarti di finale di Champions League.

Pep Guardiola opta per un 4-2-3-1 con Ederson fra i pali, Lewis sulla corsia di destra e Gvardiol su quella di sinistra con Akanji e Ruben Dias a completare il pacchetto arretrato. A centrocampo spazio a Rodri e Kovacic con Matheus Nunes, Alvarez e Bobb ad innescare l’unica punta che è Haaland. Risponde Neestrup con un abbottonatissimo 5-3-2 con Andersen, Jelert, Vavro, McKenna e Diks a completare il pacchetto arretrato davanti a Grabara. A centrocampo con Oskarsson ci sono Froholdt e Clem mentre in attacco con Elyounoussi c’è Achouri.

La partita si sblocca già dopo appena cinque minuti con un gol Akanji che si libera all’interno dell’area e segna con una girata da vero centravanti. Quattro minuti più tardi è Alvarez che calcia dal lato sinistro del campo verso la porta, Glabara compie una papera facendosi scivolare il pallone della mani e regala il 2-0 al City. Alla mezz’ora il Copenaghen prova a rientrare in partita con Elyounoussi ben servito dal tacco di Oskarsson. Nel recupero però il solito Haaland chiude definitivamente il discorso qualificazione, se mai fosse aperto, siglando il tris del City.

La ripresa si apre con un’occasione per Haaland ma il forte centravanti norvegese viene murato da un avversario. Al quarto d’ora è il neo entrato fra le fila del Copenaghen a calciare all’interno dell’area di rigore ma Ederson si fa trovare pronto e respinge la conclusione. Gli ospiti ci provano ancora ma Diks, alla mezz’ora, cerca la conclusione all’interno dell’area ma Ederson riesce a bloccare senza problemi. Nel recupero c’è tempo per la traversa di Lewis


Real Madrid avanti in Champions ma che fatica: 1-1 col Lipsia

Passaggio del turno non senza sofferenza per il Real Madrid di Carlo Ancelotti, che ha staccato il pass per i quarti di finale eliminando un Lipsia che ha venduto cara la pelle anche al Bernabeu. 1-1 il risultato finale, dopo lo 0-1 di tre settimane fa firmato da Brahim Diaz, e obiettivo centrato per i Blancos, passati in vantaggio con Vinicius al 65′ ma con il pareggio immediato di Orban che ha rimesso in bilico la qualificazione. Partita molto fisica quella tra spagnoli e tedeschi, con sei ammoniti, tre per parte, e ritmi molto alti, visto che la squadra di Rose non ha mai smesso di crederci.

Già nella gara di andata il Lipsia, pur uscendo sconfitto, non aveva certo demeritato, con il risultato finale che fu bugiardo e non rispecchiò i valori messi in campo dalle due squadre. Al Bernabeu le cose non sono cambiate e le statistiche della gara parlano abbastanza chiaro: possesso palla praticamente in parità, con i tedeschi avanti per tiri totali, 18 a 12, e conclusioni verso la porta, 4 a 3. L’esperienza ancora una volta ha permesso al Real Madrid di condurre in porto la nave ma il Lipsia esce comunque a testa altissima, consapevole di essersela giocata alla pari, sia all’andata che al ritorno, con una delle migliori squadre d’Europa, tra le favorite per la vittoria della Champions.Già nella fase a gironi i tedeschi avevano fatto penare il Manchester City, perdendo sia all’andata che al ritorno ma senza mai demeritare. Un punto di partenza per il futuro per un club che anno dopo anno sta crescendo sempre di più attraverso i giovani.

De Laurentiis: “Non rifarò il Maradona, nuovo stadio a Bagnoli”

Bomba di Aurelio De Laurentiis. Il presidente del Napoli si è lasciato andare ad un clamoroso annuncio al microfono della Rai in merito al Diego Armando Maradona e in generale su tutta la questione stadio: “Non rifarò l’impianto di Fuorigrotta ma costruirò uno stadio nuovo a Bagnoli”.

Per ora l’emittente di Stato si è limitata a pubblicare solo questa dichiarazione del patron azzurro, poi alle 19:35 nel corso del Tgr Campania sarà mandata in onda l’intervista completa che troverete immediatamente nella versione testuale su Tuttonapoli.net.

Furlani: “Il fondo Pif nel Milan? Speculazioni, non c’è nulla di vero”

Giorgio Furlani, amministratore delegato del Milan, ha rilasciato una intervista ai microfoni di ‘Sky’ a pochi minuti dal fischio d’inizio del match contro lo Slavia Praga, gara valida per l’andata degli ottavi di finale di Europa League: “E’ un momento buono per la squadra, stiamo recuperando i giocatori che son stati fermi per qualche mese. Possiamo competere per il resto del campionato e anche per l’Europa League che non abbiamo mai vinto. Vogliamo fare del nostro meglio”.

Cosa può aggiungere alle parole di Cardinale di pochi giorni fa a Londra?
“Io ero con lui a Londra, prima durante e dopo l’intervista. Inviterei tutti a rivedere l’intervista in inglese. Lui parla di innovazione, di guardare avanti, di crescita. Noi lavoriamo per questo, per continuare a migliorarci”.

Qual è la posizione del Milan sulle indiscrezioni relative al possibile ingresso nel club di fondi arabi?
“Noi lavoriamo e siamo focalizzati sui risultati da portare nel Milan. Sono speculazioni, non c’è nulla di vero”.

Come va Ibra nel ruolo di dirigente?
“Zlatan e io lavoriamo come parte di un gruppo di lavoro. Siamo in piena sintonia, porta tante competente. E’ stato un campione in campo e lo sarà fuori dal campo. Sono fortunato a poter lavorare con lui”.


Caos arbitri: il Var Abbatista si dimette dall’Aia

Il mondo degli arbitri italiani è in subbuglio da qualche tempo e le ultime notizie di casa AIA (la sigla dell’Associazione Italiana Arbitri) non lasciano certamente trapelare il sereno.

Infatti, si legge sul Corriere del Mezzogiorno, che il fischietto molfettese 41enne Eugenio Abbattista ha rassegnato le sue dimissioni da arbitro (era stato promosso dopo la carriera da arbitro nel ruolo di VAR Pro) dopo 24 anni di carriera, dei quali 11 trascorsi all’interno della CAN. L’ha fatto con un lungo messaggio inviato ai colleghi via chat, che viene riportato anche dal quotidiano. Si legge: «Scendere da un treno in corsa è rischioso. Scendere da un treno impantanato nel puzzo del pregiudizio, del vittimismo, dell’ingrata non memoria storica è la scelta più sensata che potessi fare. Lo faccio come ho fatto per il terreno di gioco, ringraziando per il dono e l’opportunità. Ora la mia priorità è difendere la mia immagine professionale e manageriale, la mia famiglia e dare un insegnamento ai miei figli, che se hai la coscienza pulita sei sempre libero delle tue azioni e deliberazioni».

La causa scatenante, si legge, sarebbe stato il servizio de Le Iene con cui la trasmissione di Mediaset è tornata sulla vicenda dei presunti voti truccati che lo vide coinvolto anni fa: in buona sostanza, e riassumento, sarebbero state ritoccate delle preferenze così da permettergli di rimanere nella categoria. E il 2 marzo scorso Abbattista aveva chiesto di poter parlare in pubblico così da fornire una rettifica, rimanendo inascoltato dall’AIA.

Si leggono altri passaggi di Abbattista: «Non è una protesta la mia, tutt’altro. È una necessità esclusivamente personale e di amor proprio. Con le mie dimissioni dall’Aia appena rassegnate, ahimè nell’associazione attuale stuprata da mestieranti della poltrona e del voto servono quelle per essere veramente liberi di essere se stessi ed esprimersi. Non avrò bisogno di felpa e cappuccio e faccia annerita per parlare come ha pensato di fare qualcun altro (il riferimento è an arbitro che ha deciso di parlare in incognito proprio a Le Iene, ndr)».