Non chiamatemi maestro, io non mi sono mai sentito tale. Ai miei tempi ho avuto tanti colleghi che si sono riempiti la bocca in modo da diventare star nel mondo del calcio senza essere umanamente di grande valore.

Io ho sempre preferito non vendere fumo, non ho enfatizzato i successi e non mi sono preoccupato troppo delle sconfitte. Ho lavorato molto, studiato e imparato dagli allenatori che ho avuto quando giocavo, ma non ho mai copiato nessuno.

Piuttosto ho attinto da tutti un qualcosa: un po’ da Liedholm, da Rocco, da Herrera, da Trapattoni… ma anche tanto dai miei compagni di squadra dai quali ho sempre cercato di ‘copiare’ le cose belle e trascurare quelle negative. Ho comunque avuto la fortuna di essere allenato da tecnici che mi hanno lasciato in eredità tantissime nozioni...

A Parma sono stato fortunato perché ho trovato calciatori intelligenti e disponibili. Dissi loro: se voi riuscirete ad accettare i miei limiti e quelli dei compagni, vinceremo. Ho lavorato molto sull’aspetto psicologico." - tratto da Il fatto quotidiano.

Compie oggi gli anni Nevio Scala, architetto di uno straordinario Parma che nella prima metà degli anni '90, partendo dalla B, seppe ritagliarsi un ruolo da assoluto protagonista nel panorama calcistico nazionale ed europeo, conquistando nell'ordine Coppa Italia, Coppa delle Coppe, Supercoppa Europea e Coppa UEFA.