Di Sanremo, e soprattutto del suo festival, non me ne è mai importato nulla. Impossibile però, in questo periodo dell'anno, non venire ogni volta inondati di notizie che, direttamente o indirettamente, lo riguardino.

La più interessante è il clamore che ha suscitato nei sionisti e nei fascisti (che nel sionismo si riconoscono in pieno), una semplicissima e condivisibilissima frase detta da un cantante, Ghali (chiunque sia), durante la sua esibizione: "stop al genocidio".

Ghali non ha detto "trucidate", "fate a pezzi", "disintegrate", "squartate", "sbudellate"... o altre cose altrettanto terribili... ha detto solo "stop al genocidio".

Per questo invito alla non violenza, a non uccidere, qualcuno (sionisti e fascisti... che sono la stessa cosa) ha pensato bene di scandalizzarsi, tanto che il cantante di origini tunisine ha sentito il bisogno non di fare marcia indietro (per fortuna), ma di puntualizzare:

"Sto leggendo in rete appelli e commenti rispetto al testo della mia canzone. Sono venuto a Sanremo per portare un messaggio di pace. Non ho né il ruolo né l’ambizione di risolvere una questione internazionale. Ma se la mia esibizione porta a ragionare sull'irragionabile, se la mia canzone porta luce su quello che si finge di non vedere, allora ben venga".

Nonostante ciò, forse per non far torto ad un ben noto detto popolare che sottolinea la scarsa intelligenza che contraddistingue molte persone, l'ambasciatore israeliano a Roma, tale Alon Bar, ha pensato bene di non voler far finta di nulla e ha voluto dimostrare al mondo il livello della sua brillantezza intellettuale rilasciando via social la seguente dichiarazione:

"Ritengo vergognoso che il palco del Festival di Sanremo sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile. Nella strage del 7 ottobre, tra le 1200 vittime, c'erano oltre 360 giovani trucidati e violentati nel corso del Nova Music Festival. Altri 40 di loro, sono stati rapiti e si trovano ancora nelle mani dei terroristi insieme ad altre decine di ostaggi israeliani. Il Festival di Sanremo avrebbe potuto esprimere loro solidarietà. È un peccato che questo non sia accaduto".

Essendo evidentemente dotati dello stesso acume intellettuale dell'ambasciatore israeliano, sono venuti in suo supporto il senatore Maurizio Gasparri (membro della Commissione di Vigilanza Rai)...

"Leggo con tristezza l’intervento sui social dell’ambasciatore di Israele in Italia, Alon Bar, che giustamente depreca alcune affermazioni fatte al Festival di Sanremo, che secondo lui sono servite ‘a diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile’. L’ambasciatore ricorda che ‘nella strage del 7 ottobre tra le 1200 vittime c’erano oltre 360 giovani trucidati e violentati nel corso di un evento musicale’. La Rai ha perso un’altra occasione. Spero che i vertici dell’azienda si scusino con le autorità di Israele ed attuino interventi riparatori, tenuto conto delle giuste proteste dell’Ambasciatore di Israele. La Rai non può vivere fuori dalla realtà. Rinnovo la mia solidarietà all’Ambasciatore Bar ed al popolo di Israele che il 7 ottobre ha subito un’aggressione paragonabile alle persecuzioni della Shoah"...

e il senatore dei patrioti meloniani Giulio Terzi (ex ambasciatore ed ex ministro degli Esteri)...

"Condivido interamente il senso di forte indignazione espresso dell'Ambasciatore di Israele per quanto accaduto ad un evento - il Festival di Sanremo - dedicato alla musica italiana e trasmesso dal servizio radiotelevisivo: finanziato dai cittadini italiani e appartenente alla Nazione. Ancora più grave, oltre ai contenuti di un testo provocatoriamente allusivo e distorto, l'esplicita e odiosa enfatizzazione di un termine - quello di "genocidio" - che insulta il popolo ebraico e lo Stato di Israele che nella loro storia sono stati vittime delle atrocità inaudite del nazismo e ora di Hamas. E' da Hamas che si stanno difendendo".

Sicuramente, se non già uscite, altre dichiarazioni analoghe si aggiungeranno a quelle sopra riportate.

I poveretti però, nell'enfasi della loro retorica pro-sionismo, non si sono accorti del clamoroso autogol implicito contenuto nelle loro dichiarazioni.

Ghali, non ha parlato di Gaza, non ha parlato di Israele, non ha parlato di 7 ottobre o altro... ha solo detto stop al genocidio.

Se gli idrofobi sostenitori della guerra condotta a Gaza dal governo Netanyahu avessero ritenuto che l'IDF non stia compiendo un genocidio, avrebbero taciuto e non avrebbero sollevato un caso.

Invece, quelle persone si sono sentite offese, colpite nel vivo, tanto da sentirsi in dovere di replicare. Quindi, è perciò pacifico che la loro irritazione dimostri, di conseguenza, che l'accusa di genocidio nel confronti di Israele è più che fondata! Infatti, se avessero ritenuto che Israele non stia commettendo un genocidio, non avrebbero certo pensato che Ghali si stesse riferendo allo Stato ebraico e non avrebbero avuto bisogno di dire quel che hanno detto.

Il cantante ha replicato così all'ambasciatore: "Non so cosa rispondere, mi dispiace tanto che l’ambasciatore abbia risposto in questo modo. C’erano tante cose da dire".

Più incisiva, invece, la risposta social ad Alon Bar di Alessandro Robecchi (giornalista, sceneggiatore, scrittore): 

"Sinceramente ciò che ritiene l’ambasciatore di uno Stato che pratica apartheid, genocidio, pulizia etnica e che assassina impunemente (per ora) migliaia di bambini non ce ne frega un cazzo"!

A questo punto sarebbe inutile aggiungere altro, se non riportare il ridicolo, in quanto servile, comunicato letto dalla signora Mara Venier impostole dall'Amministratore Delegato Rai, Roberto Sergio (uno dei tanti prodotti del poltronismo meloniano), in merito all'affermazione "stop al genocidio" che il cantante Ghali aveva ripetuto anche domenica nella trasmissione Domenica In:

"Ho vissuto assieme all’ambasciatore Bar ed alla presidente Di Segni gli eventi che la Rai ha dedicato alla memoria della Shoah nell’ultima settimana di gennaio. E ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano - e continueranno a farlo - la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas, oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo di Israele ed alla comunità ebraica è sentita e convinta". 

La signora Venier ha poi opportunamente confermato la sua totale e assoluta adesione alle parole di Sergio... che, oggettivamente, non possono in alcun modo essere smentite.

Infatti, del massacro di civili in atto a Gaza (il numero dei morti incluso quello dei dispersi è ormai prossimo ai 40mila), soprattutto di donne e bambini, la Rai non parla! Ma quelli non sono ebrei.