"La bocciatura della nomina di 5 prestigiosi direttori stranieri di altrettanti musei fa fare al nostro paese una figura barbina a livello mondiale e probabilmente crea problemi seri al buon funzionamento di quei siti artistici.

Non abbiamo titolo per giudicare la sussistenza o meno di cavilli che rendano illegittime quelle nomine. Il punto è che non è tollerabile che l’economia del Paese e la sua immagine vengano colpite da un tribunale amministrativo. E’ evidentemente eccessivo il potere di questa istituzione. Ed è negativa la logica del bloccare tutto. Forse ci possono essere altre modalità per correggere ciò che va corretto.

Nel quadro di un serio ripensamento dei rapporti fra magistratura (in questo caso, amministrativa) e decisione politica – del governo, del Parlamento – questo problema del Tar del Lazio dovrebbe avere una certa preminenza."

Così ha scritto su l'Unità Mario Lavia a commento della bocciatura da parte del TAR di alcune delle nomine di Franceschini alla guida di musei e siti archeologici italiani.

Per fare ulteriore chiarezza sulla vicenda è bene ricordare che il TAR ha applicato ciò che dice l'articolo 38 del Decreto Legislativo 30 marzo 2001, n. 165 relativo alle Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, in merito all'Accesso dei cittadini degli Stati membri dell'Unione europea.

"I cittadini degli Stati membri dell'Unione europea possono accedere ai posti di lavoro presso le amministrazioni pubbliche che non implicano esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri, ovvero non attengono alla tutela dell'interesse nazionale."

Ma per il governo, il Partito Democratico e la quasi totalità dei media italiani la legge va rispettata a seconda dei casi, e soprattutto non da parte di chi oltretutto le norme le crea.

Il ministro dei Beni Culturali Franceschini, il segretario del PD Renzi si sono scagliati contro il TAR solo perché ha applicato una norma che esiste dal 2001 e di cui Franceschini e Renzi (presidente del Consiglio) si erano dimenticati.

E che sia stato un loro errore, lo dimostra il fatto che alla cosiddetta manovrina in discussione in questi giorni alla Commissione Bilancio è stato aggiunto all'ultimo momento un emendamento in cui si afferma che alla procedura di selezione pubblica internazionale ivi prevista (cioè il decreto legge 31 maggio 2014, n. 83 - Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo - convertito dalla legge 31 luglio 2016, n.106) non si applichino i limiti di accesso indicati nell'articolo 38, sopra riportato.

In pratica, questo emendamento ad hoc che esclude la legge Franceschini bocciata dal TAR è l'evidente ammissione dell'errore fatto dal precedente governo.

Morale. I politici come Franceschini e Renzi non solo sono ignoranti e conseguentemente incompetenti, ma cercano oltretutto di mascherare la loro inadeguatezza con l'arroganza addossando ad altri le colpe derivate da una loro mancanza. E meno male che questa dovrebbe essere la buona politica!