Giovedì il Consiglio dei Ministri, riunitosi nel pomeriggio a Palazzo Chigi, ha approvato il ddl con disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione.

Adesso il testo redatto nientepopodimeno che dal ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, sarà sottoposto al vaglio e al parere della Conferenza Stato-Regioni.

Il disegno di legge, in 10 articoli, pone le condizioni generali per l'autonomia differenziata, il cui nodo principale è rappresentato dal fatto che non ci si baserà più sul criterio della spesa storica per ripartire le risorse economiche tra le Regioni, che in futuro dovranno supportare per conto loro i livelli essenziali delle prestazioni garantite ai cittadini... che però devono ancora essere stabiliti in un processo che coinvolgerà governo e parlamento.

Il processo d'intesa fra Regioni e Stato durerà almeno 5 mesi e una volta approvato sarà valido per 10 anni e rinnovabile alla scadenza, salvo "disdette".

Per il leghista Salvini, l'autonomia approvata in Consiglio dei Ministri, è un'altra promessa mantenuta: "Efficienza, merito, innovazione, lavoro, più diritti per tutti i cittadini in tutta Italia, meno scuse per i politici ladri o incapaci".

Nonostante la propaganda degli estremisti di destra, il via libera odierno alla riforma Calderoli dato nel CdM, non sposterà di una virgola l'attuale assetto istituzionale, ma è solo l'inizio di una discussione sulla riforma da fare che coinvolgerà Governo, Parlamento e Regioni, con quest'ultime che sono tutt'altro che compatte in relazione al da farsi.

Infatti, mentre Luca Zaia (Veneto) parla di giornata storica, dialogo e buon senso messo in atto dal Governo, il presidente dell'Emilia Romagna (Stefano Bonaccini) liquida quella di Calderoli come una riforma sbagliata sbagliata di cui non se ne farà di nulla.

Ma non vi è solo la contrapposizione tra regioni governate dalla destra e quelle governate dal centrosinistra, vi è anche la contrapposizione tra regioni del nord e quelle del sud.

Ma perché dal Governo e da chi lo sostiene si mostra così tanto ottimismo? Per utilizzare al meglio il vero scopo del varo di questo provvedimento (di facciata): il traino elettorale per le prossime amministrative in Lombardia. Tutto qua.

Di questa pseudo riforma, pertanto, ne sentiremo straparlare per giorni e giorni prima del voto. Poi sparirà dai radar per iniziare a fare nuovamente capolino in estate, ma solo in base a quelle che allora saranno le dinamiche di forza e le necessità di consenso dei partiti dell'attuale maggioranza... ammesso che al tempo sia ancora in vita.