Si dibatterà sul disegno di legge costituzionale riguardante l’autonomia differenziata lunedì 22 aprile alle ore 17:30 nella Casa del Popolo, sita in Via XX Settembre n 63 a Milazzo, in cui si esporranno i motivi del rifiuto di siffatta impostazione istituzionale, giacché foriera di incommensurabili squilibri economico-sociali fra le diverse Regioni italiane. L’autonomia regionale differenziata prosegue il suo iter e nelle prossime settimane arriverà al voto del Parlamento.

Intanto nessuno ne parla, né le istituzioni, né la stragrande maggior parte dei media e nemmeno molte realtà della società civile, che pure ne sono a conoscenza, in una sorta di inspiegabile consegna del silenzio, interrotto solo da qualche drappello di risoluti e instancabili volenterosi, purtroppo con scarsa visibilità e, finora, scarso ascolto da parte della politica di ogni schieramento.

Così i cittadini si accorgeranno delle conseguenze solo dopo il punto di non ritorno dell’approvazione: vi saranno Regioni ricche del nord, che potranno trattenere fino a nove decimi del proprio gettito fiscale per spenderlo nei propri territori, e che avranno competenze, come già per la sanità, per altre materie importantissime finora esclusiva dello Stato: tutela dell’ambiente e dell’ecosistema; tutela della salute; Istruzione; tutela del lavoro; rapporti internazionali e con l’Unione europea. Si tratta di un provvedimento confliggente col patto di solidarietà della nostra Costituzione e che accrescerà ulteriormente le disuguaglianze.

Tutto questo senza nessun dibattito pubblico, che sarebbe il minimo indispensabile di fronte a scelte così impattanti, perché l’autonomia differenziata non sarà solo un piccolo ulteriore scivolamento di un sistema già profondamente disuguale, sarà l’inizio di una valanga, che spingerà le classi politiche e dirigenti di ogni pezzo grande o piccolo di Italia a cercare di arraffare qualcosa per il proprio elettorato e per i propri interessi, distruggendo quel patto nazionale, che fino a oggi era chiamato a rispondere alle disuguaglianze sociali, a vigilare sul nostro patrimonio collettivo – i beni culturali e l’ambiente – a garantire i diritti dei cittadini, gli stessi, per tutti.