Il settimo album dei Beatles, Revolver, esce sul mercato proprio il 5 agosto, ma 50 anni fa.

Un album che ha fatto la storia della musica, per tanti e diversificati motivi.

Primo tra tutti, la sperimentazione del Rock Psichedelico, che  sarà in seguito una predominante, come dimostra l'album Sgt. Peppers Lonely Hearts Club Band, immesso sul mercato nel 1967.

In secondo luogo, perchè rappresenta un momento di vera crescita e sperimentazione che il gruppo londinese ha cercato con forza, dopo le ubriacature dei mille concerti in giro per l'universo.

UNA NUOVA DIMENSIONE, CREATA ANCHE IN STUDIO

Sono stati proprio i mille e mille tour che hanno costretto il gruppo a fermarsi per riflettere.

Concerti che erano diventati un ammasso di folla urlante, il repertorio che era sempre lo stesso, l'impossibilità materiale di scrivere nuovi brani.... tutto ha contribuito alla ricerca di uno spazio ed un tempo diversi, per potersi rigenerare.

E di certo, Revolver colpisce in pieno nel segno: considerato in tutto il mondo uno dei capolavori dei Beatles ed uno tra i dischi più importanti della musica pop, è entrato di diritto nella storica classifica della rivista Rolling Stones, che gli ha attribuito il posto assoluto su 500 tra gli album ritenuti i migliori di sempre.

Certo, le tecniche di oggi (missaggio e quant'altro) avrebbero consentito un risultato ancor più stupefacente; ma proprio per la realizzazione di questo album, i Beatles utilizzarono tutti gli accorgimenti possibili all'epoca, con anche qualche azzardo, e ne è uscito un prodotto di altissima qualità, in parte costruito (come oggi si usa fare) in studio.

I 14 brani contenuti nell'album sono chicche uniche, frutto non più di un lavoro esclusivamente corale, ma che già denotano la ricerca di espressioni di ogni singolo artista e componente della band.

Chi non ha mai fischiettato The Yellow Submarine?

Sono passati 50 anni, ma la freschezza di Revolver resta intatta. Da trasmettere alle nuove generazioni