Secondo quanto riferito dalla procura federale belga, la cellula jihadista operante a Bruxelles aveva originariamente intenzione di colpire ancora una volta la Francia.

La decisione di cambiare obiettivo e di entrare in azione nella capitale belga è stata dovuta al fatto che i membri della cellula si sentivano ormai sotto la minaccia di un arresto imminente, dal momento che si erano resi conto che la polizia era ormai sulle loro tracce. Questo soprattutto a seguito del fermo di Salah Abdeslam, avvenuto cinque giorni prima degli attentati di Bruxelles.

A queste conclusioni gli investigatori belgi sono arrivati, dopo l'arresto, avvenuto venerdì scorso, di Mohamed Abrini, che è considerato come l'undicesimo uomo degli attacchi avvenuti a Parigi e a Saint-Denis  e che avrebbe viaggiato due volte fra Bruxelles e Parigi, nei giorni immediatamente precedenti, insieme ai fratelli Abdeslam.

Mohamed Abrini, anch'egli in fuga dal novembre dello scorso anno, è ricomparso alcuni giorni dopo l'arresto di Salah. Secondo gli inquirenti, avrebbe ammesso di essere il fantomatico uomo con il cappello che accompagnava i due terroristi all'aeroporto di Zaventem il 22 marzo scorso, ripreso dalle telecamere di sorveglianza.

A questo punto sul suo capo, oltre alle accuse per la partecipazione agli attentati di Parigi, gravano anche quelle per i fatti di Bruxelles, riguardanti la partecipazione ad attività di un gruppo terroristico, ma soprattutto omicidi e tentati omicidi con finalità di terrorismo.