Prima del voto su un emendamento che a seguito del conflitto a Gaza dovrà rivedere le poste del bilancio 2024 dello Stato di Israele, il premier Netanyahu ha dichiarato che la guerra in corso durerà "molti altri mesi".

Dopo che sono trascorsi 100 giorni dal 7 ottobre, Netanyahu ha detto che metà [!!!, ndr] degli ostaggi sono stati riportati a casa e "non ci arrendiamo: stiamo facendo di tutto per riportare a casa tutti... tutti, nessuno escluso. ... Dobbiamo gestire questa guerra. Ci vorranno molti altri mesi. Pertanto, oggi presentiamo un bilancio di guerra".

Un bilancio, ha sottolineato, che include spese per la sicurezza molto maggiori rispetto a quelle che erano state previste nel budget originale approvato nel 2023.

Nell'emendamento sono previsti anche aiuti speciali ai riservisti, alle famiglie dei riservisti e ai liberi professionisti.

Netanyahu ha concluso dicendo che intende far approvare l'emendamento rapidamente, massimo entro 24 ore: "Sono pronto a restare seduto qui per tutto il tempo necessario. Se sarà possibile entro stasera finiremo tutto. Porteremo allo Stato di Israele un bilancio di guerra, un bilancio che ci promette sicurezza e futuro".

Ma il premier israeliano, oltre a dover fare i conti con una piazza che di lui non ne vuole più sentir parlare, sembra che dovrà anche iniziare a fare i conti con il suo principale alleato e sostenitore: gli Stati Uniti.

Secondo quanto riporta in queste ore il sito Axios, Biden e altri alti funzionari statunitensi sono sempre più frustrati da Netanyahu e dai suoi rifiuti nel non assecondare le richieste della Casa Bianca in relazione alla guerra in corso a Gaza.

Dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre, 100 giorni fa, Biden ha dato a Israele il suo pieno appoggio, con un sostegno militare e diplomatico senza precedenti, anche a scapito del consenso a pochi mesi dalle elezioni. Tale sostegno è continuato pubblicamente, ma dietro le quinte ci sono segnali crescenti che Biden sta perdendo la pazienza, hanno detto ad Axios alcuni funzionari statunitensi.