Centinaia di riservisti dell'esercito israeliano, alcuni dei quali occupano persino dei ruoli chiave, hanno dichiarato che smetteranno di presentarsi in servizio dopo che nel tardo pomeriggio di oggi la Knesset ha approvato in via definitiva il disegno di legge sulla ragionevolezza, uno dei punti cardine della (contro) riforma della Giustizia del governo Netanyahu.

Una dichiarazione che si somma a quella dello scorso sabato da parte di circa 10.000 riservisti dell'esercito che avevano annunciato che avrebbero smesso di prestare servizio di volontariato nel caso in cui il governo Netanyahu avesse ottenuto l'approvazione di questo primo passaggio della riforma della giustizia.

Una riforma che non piace neppure alle organizzazioni ebraiche statunitensi (notoriamente di destra) che hanno espresso delusione e preoccupazione per il via libera alla legge che revoca alla Corte Suprema l'autorità di annullare le decisioni del governo che ritenga  "irragionevoli".

Nelle scorse ore, pur ricorrendo a tutta l'ipocrisia che contraddistingue le diplomazie di ogni parte del mondo, anche l'amministrazione Biden ha fatto presente il proprio disappunto, rimarcando che certe leggi dovrebbero essere approvate con la più ampia maggioranza possibile.

Nel Parlamento israeliano, la maggioranza era assicurata. Il problema è che una discreta fetta dei rappresentanti eletti che hanno votato la riforma lo hanno fatto a dispetto dei loro stessi elettori... assolutamente contrari e che da mesi sono scesi in piazza per farlo presente.

Così, il voto odierno è avvenuto in uno scenario quasi grottesco, con la Knesset assediata dai manifestanti che adesso  esprimono la loro rabbia, mentre la polizia cerca di tenerli lontani dall'ingresso del Parlamento sparandogli contro con i cannoni ad acqua, per il timore che vi facciano irruzione. Altri stanno occupando le vie non solo di Gerusalemme, ma anche quelle delle principali città in tutto Israele, mentre gli organizzatori della protesta hanno già dichiarato che questa non si fermerà.

Il paradosso in tutto quello che sta avvenendo in Israele è rappresentato dal fatto che lo Stato ebraico ha eretto un muro intorno a Gaza e applicato in Cisgiordania e Gerusalemme Est una politica di apartheid per la propria sicurezza, cercando in ogni modo di impedire ai palestinesi di protestare per i loro sacrosanti diritti. Adesso sono gli stessi israeliani a minare, motu proprio, lo status quo che avevano creato a loro protezione.