La CNN ha ripreso un tema che aveva tenuto banco al Congresso americano subito prima e subito dopo le elezioni di midterm lo scorso novembre. Si tratta del controllo sui finanziamenti e soprattutto sugli armamenti che Washington ha elargito con molta generosità a Kiev, e che i Repubblicani hanno contestato.

Sfruttando la legge FOIA (Freedom Of Information Act), la CNN ha potuto visionare una relazione dell’Ispettore generale del Dipartimento della Difesa che riguarda il tracciamento e l’utilizzo delle armi targate USA andate agli ucraini. L’anno scorso, infatti, è diventato chiaro che il traffico illegale delle armi e degli equipaggiamenti occidentali stava prosperando in Ucraina e andava fermato.

Qualunque cosa possa essere facilmente preso e deviato dal suo tragitto prestabilito verso il fronte, cioè proiettili, mitragliatrici, fucili e altri materiali bellici, è diventato preda dei trafficanti che lo smerciano alle organizzazioni criminali europee e internazionali.

Grazie agli ufficiali compiacenti e ai foreign fighters andati in cerca di facili profitti più che di gloria, il traffico ha messo a segno molti “colpi”, anche se in qualche caso la refurtiva è stata recuperata dalle autorità ucraine. Nel rapporto dal titolo “DoD’s Accountability of Equipment Provided to Ukraine” non vengono però formulate accuse specifiche verso nessuno, ma si fanno “raccomandazioni” per perfezionare il monitoraggio.

Il problema è che era ed è spesso impossibile effettuarlo bene, per motivi logistici e pratici o per la mancata collaborazione degli ucraini. Stando alla relazione, nel 2022 l’Ufficio per la Cooperazione alla Difesa (ODC) istallato dagli americani a Kiev ha fatto del suo meglio, ma talvolta non è bastato per far sì che le armi e gli equipaggiamenti arrivassero interi a destinazione e non fossero rubati.