Questa la dichiarazione con cui, di prima mattina, il Presidente Mattarella ha ricordato l'anniversario della strage alla stazione di Bologna, avvenuta il 2 agosto di 43 anni fa:

«Le immagini della stazione di Bologna, la mattina del 2 agosto 1980, ci hanno restituito un’umanità devastata da una ferocia inimmaginabile, da un terrore che ambiva a pretendersi apocalittico. Il ricordo di quelle vittime è scolpito nella coscienza del nostro popolo. Una ferita insanabile nutre la memoria dell’assassinio commesso.Nel giorno dell’anniversario la Repubblica si stringe ai familiari e alla comunità cittadina con sentimenti di rinnovata solidarietà. Siamo con loro, con le vite innocenti che la barbarie del terrorismo ha voluto spezzare, con violenza cieca, per l’obiettivo eversivo e fallace di destabilizzare le istituzioni della democrazia.L’Italia ha saputo respingere gli eversori assassini, i loro complici, i cinici registi occulti che coltivavano il disegno di far crescere tensione e paura.E’ servita la mobilitazione dell’opinione pubblica. E’ servito l’impegno delle istituzioni. La matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi e sono venute alla luce coperture e ignobili depistaggi, cui hanno partecipato associazioni segrete e agenti infedeli di apparati dello Stato. La ricerca della verità completa è un dovere che non si estingue, a prescindere dal tempo trascorso. E’ in gioco la credibilità delle istituzioni democratiche.La città di Bologna, sin dai primi minuti dopo l’attentato, ha mostrato i valori di civiltà che la animano.E con Bologna e l’Emilia-Romagna, l’intera Repubblica avverte la responsabilità di difendere sempre e rafforzare i principi costituzionali di libertà e democrazia che hanno fatto dell’Italia un grande Paese».

Paradossalmente, qualche ora dopo, "il" presidente Giorgia Meloni rilasciava, tramite Palazzo Chigi, il seguente comunicato:

"Il 2 agosto 1980 il terrorismo ha sferrato all’Italia e al suo popolo uno dei suoi colpi più feroci. Sono trascorsi 43 anni ma, nel cuore e nella coscienza della Nazione, risuona ancora con tutta la sua forza la violenza di quella terribile esplosione, che disintegrò la stazione di Bologna e uccise 85 persone e ne ferì oltre duecento.Nel giorno dell’anniversario rivolgo ai famigliari il mio primo pensiero. A loro va vicinanza, affetto, ma anche il più sentito ringraziamento per la tenacia e la determinazione che hanno messo al servizio della ricerca della verità, anche attraverso le associazioni che li rappresentano, in costante contatto con la Presidenza del Consiglio. Giungere alla verità sulle stragi che hanno segnato l’Italia nel Dopoguerra passa anche dal mettere a disposizione della ricerca storica il più ampio patrimonio documentale e informativo.Questo Governo, fin dal suo insediamento, ha accelerato e velocizzato il versamento degli atti declassificati all’Archivio centrale dello Stato e li ha resi più facilmente consultabili, completando quella desecretazione che era stata avviata dai Governi precedenti".

L'assurdo comunicato di Giorgia Meloni non è però una novità: è in linea con quanto da lei dichiarato anche in passato.

2 agosto 2019: "Sono passati 39 anni da quella tremenda esplosione alla Stazione di Bologna del 2 agosto 1980, costata la vita a 85 persone innocenti e che ha inferto una ferita profonda all'Italia intera. 39 anni che, purtroppo, non sono bastati per fare luce sull'accaduto nonostante i processi e le condanne. L'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta intergruppo, promossa anche dai deputati di Fratelli d’Italia Mollicone e Frassinetti, potrebbe far emergere finalmente la verità: lo dobbiamo alle vittime e ai loro familiari".2 Agosto 2020: "Oggi sono 40 anni dalla terribile strage di #Bologna del 2 Agosto 1980. 40 anni senza Giustizia. In un giorno così significativo rivolgo un appello al Presidente Conte: desecreti gli atti relativi a quel tragico periodo storico. Lo dobbiamo alla verità e alle famiglie delle Vittime".

Ma quale verità vuol ricercare Giorgia Meloni? Ce lo spiega Federico Mollicone (da lei citato) in una dichiarazione del 2 agosto 2021:

"Sono trascorsi 41 anni da quel 2 agosto 1980, e l’orologio della Stazione di Bologna è fermo, da allora, alle 10.25. Sono trascorsi 41 anni dalla Strage di Bologna, e ancora siamo qui a chiedere la verità.Serve una commissione d’inchiesta perche’ nessun processo ha dato risposte a interrogativi inquietanti, il ministro Cartabia verifichi cosa è successo a Bologna. L’ 86esima vittima confermerebbe l’esplosione accidentale dell' esplosivo durante il trasporto da parte dei palestinesi, come sostenuto da Cossiga.Da qualche mese ha iniziato il proprio iter parlamentare alla Camera dei Deputati la proposta, a mia prima firma ma voluta dall’Intergruppo parlamentare “La verità oltre il segreto”, volta proprio a istituire una Commissione parlamentare di inchiesta sulle connessioni del terrorismo interno e internazionale con le stragi avvenute dal 1953 al 1989 e sulle attività svolte da servizi segreti nazionali e stranieri a tale riguardo. Sulle stragi non dobbiamo accontentarci di una qualunque verità, ma dobbiamo ricercare la verità storica, oggettiva e definitiva. Lo dobbiamo alle vittime e ai loro familiari, ma soprattutto a tutte le vittime del terrorismo italiano.Lanciamo un appello alla sinistra politica affinché si possa, congiuntamente, costruire una storia finalmente nazionale della Guerra Fredda, partendo dall’istituzione di questa commissione d’inchiesta e dalla desecretazione degli atti relativi alle stragi in Italia. Troppe questioni irrisolte, a partire dalla pista “incidente palestinese”, attendono una risposta. Esistono dei problemi tecnici e giuridici sul processo a Bologna, su cui auspichiamo che la sensibile ed equilibrata Cartabia possa intervenire acquisendo informazioni con urgenza, anche inviando ispettori.Siamo di fronte una situazione bipolare: da un lato, sentenze definitive; dall’altra una ricostruzione dei fatti che potrebbe condurre radicalmente da un’altra parte.Già il presidente Cossiga parlava di “incidente palestinese”. Non bisogna aver paura della Storia, né della rivendicazione del ruolo del Parlamento rispetto il potere giudiziario. Esistono dei problemi tecnici e giuridici sul processo a Bologna, su cui auspichiamo che la sensibile ed equilibrata Cartabia possa intervenire acquisendo informazioni con urgenza, anche inviando ispettori".

Una posizione che Mollicone aveva sostenuto con ancora più dettagli un anno prima:


Ma perché i "conservatori" di Fratelli d'Italia (così come i loro alleati che formano la maggioranza di questo governo) si rifiutano di accettare la verità processuale (e non solo) relativa alla strage di Bologna?

Perché la strage di Bologna è una strage neofascista riconducibile alla strategia della tensione che da piazza Fontana in poi aveva visto la destra extraparlamentare e non creare nel Paese un clima tale da far credere agli italiani che un colpo di Stato e la soppressione del regime democratico potesse essere il male minore. 

E tra i mandanti della strage di Bologna, oltre ai vertici della P2, vi è anche il senatore missino Tedeschi. Il collegamento con il MSI, partito neofascista, fa andare in corto circuito i "conservatori" di Fratelli d'Italia che da anni non riconoscono la matrice fascista della strage di Bologna e pretendono una commissione d'inchiesta che riscriva la storia addossandone la responsabilità a Carlos, ai palestinesi... ecc. 

Per la cronaca, gli inquirenti hanno valutato tale pista, sviscerandone tutti i possibili aspetti per oltre dieci anni, arrivando - intorno al 2015 - ad archiviarla ufficialmente perché infondata.

Che la strage di Bologna sia una strage fascista ormai è una verità acclarata che, forse sbadatamente o per un sussulto di dignità, pure il fratello d'Italia nominato ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha ammesso:

"La memoria della strage del 2 Agosto – il peggior attentato mai avvenuto in Italia in tempo di pace – è una ferita tuttora dolente per l’Italia intera. 43 anni dopo quel vile attacco, rinnoviamo la vicinanza ai familiari delle 85 vittime e dei 200 feriti e all’intera comunità di Bologna, che negli anni ha saputo trasformare il dolore in impegno civico e in sostegno all’attività dei magistrati. In sede giudiziaria, è stata accertata la matrice neofascista della strage e ulteriori passi sono stati compiuti per “ottemperare – come ebbe a ricordare il capo dello Stato – alla inderogabile ricerca di quella verità completa che la Repubblica riconosce come proprio dovere”. In nome di quest’essenziale obiettivo, il Ministero della Giustizia si sforza di assicurare ogni supporto possibile agli uffici giudiziari impegnati nelle indagini sul terrorismo, come contro la mafia: così già nel primo pacchetto di riforme approvate dal Consiglio dei Ministri a giugno è stata inserita una norma, per evitare che potessero essere annullate sentenze per gravissimi reati. E’ stato chiarito che il requisito dei 65 anni, come età massima dei giudici popolari delle Corti d’Assise, deve sussistere soltanto al momento della nomina. Le preoccupazioni di Bologna devono essere fugate in via definitiva. E un ulteriore contributo per una diffusa conoscenza di quella stagione di odio e trame occulte potrà arrivare anche dalla digitalizzazione degli atti processuali di interesse storico, al centro di uno specifico tavolo al Ministero a cui ho voluto dare nuovo impulso. Tra i progetti in corso, uno riguarda i processi ai Nuclei armati rivoluzionari, sostenuto anche dall’Associazione tra i familiari delle vittime del 2 agosto. La strage alla stazione di Bologna è una ferita aperta per tutto il Paese e solo una verità senza zone d’ombra può portare ad un’autentica giustizia".

Ma di quale verità da scoprire parla Nordio?

Quella relativa ai mandanti della strage. Quali fossero è ormai più che certo, ma a chi rispondessero e per quali finalità si può immaginare, supporre, ecc... ma non esiste al momento una verità ufficiale al riguardo. Ed è quella che ancora deve essere ricercata e scritta.

La considerazione ultima è conseguente a quanto sopra riportato. Perché un partito che si definisce "conservatore" ha così tale difficoltà nel voler identificare come fascista la strage di Bologna, tanto da pretendere che vi sia una verità diversa da quella ormai passata in giudicato, dopo numerose sentenze?

Questo il commento odierno di Nicola Fratoianni

"Possono continuare ad inventarsi qualsiasi menzogna, ma gli italiani e Bologna sanno bene che la vigliacca e sanguinosa strage del 2 Agosto 1980 è opera dei fascisti. Punto. Ma ancora oggi, 43 anni dopo, non sappiamo la piena verità e tutti gli attori coinvolti, le responsabilità di apparati deviati dello stato, di chi ha fornito copertura ad esecutori e mandanti, chi ha depistato le indagini. Semplicemente, non è accettabile.Per questo pretendiamo ancora verità e giustizia, continuando a batterci perché sia fatta luce su ogni aspetto di questa pagina buia della nostra storia. Per le vittime, per le loro famiglie, per la nostra democrazia. Anche per tutto ciò le parole di oggi della presidente del consiglio sono deludenti. Non ce la fa proprio a parlare di strage “fascista”. Perché utilizzare quella parola le fa così paura?"

L'unica spiegazione logica è che Giorgia Meloni e i suoi "conservatori" considerino il fascismo come un'ideologia da promuovere e diffondere, nonostante lei e i suoi parlamentari stiano ricoprendo degli incarichi istituzionali dopo aver giurato sulla Costituzione... ANTIFASCISTA!