Giovedì Roberto Salis, il padre di Ilaria, ha fatto sapere di aver deciso di querelare, per conto della figlia, il ministro Matteo Salvini che ieri aveva rilasciato delle dichiarazioni nei suoi confronti in merito ad una denuncia relativa ad una vicenda per la quale era stata assolta, per non aver commesso il fatto.
"Ci faremo dare opportuna procura da Ilaria perché, a seguito delle dichiarazione lesive della sua reputazione per quanto riguarda il presunto assalto al chiosco della Lega a Monza, abbiamo deciso di querelare Matteo Salvini per diffamazione",
è la dichiarazione rilasciata all'Ansa da Salis.
Salvini, ieri, aveva detto:
"Certo, è sorprendente che lei sia stata presente in occasione di manifestazioni violente, a Budapest come a Monza nel 2017 quando venne distrutto un gazebo della Lega. Mi permetto di dire che non sarei felice se Salis fosse l’insegnante di mia figlia".
Peccato, però, che lo scorso 1 dicembre Ilaria Salis, assieme ad altri tre coimputati, sia stata assolta per non aver commesso il fatto. Anzi, secondo la giudice, sarebbe addirittura intervenuta per impedire ad altri di usare violenza contro il chiosco della Lega.
Roberto Salis ha poi fatto sapere di voler sporgere querela per diffamazione anche nei confronti di Alessandro Sallusti e Giuseppe Brindisi per l'imboscata, così l'ha definita il padre di Ilaria, che avrebbe subito durante la partecipazione alla trasmissione pomeridiana Diario del Giorno, dove è stato tirato in ballo un articolo pubblicato da il Giornale (di cui Sallusti è direttore) in cui si rinfacciava a Salis una denuncia per un blocco stradale di quasi 15 anni fa.
Questa è l'Italia odierna. Per togliere dall'imbarazzo il governo attuale per la sua vicinanza all'Ungheria di Orban che dà garanzie ai neonazisti e vuole condannare fino a 24 anni di carcere una persona che procura lesioni guaribili in una settimana detenendola in attesa di giudizio per mesi in condizioni che ledono diritti e dignità, la presunta stampa italiana dell'estrema destra (da stabilire se su mandato o motu proprio) cerca di screditare l'oggetto dell'imbarazzo, in modo da cercar di limitare o annullare il danno d'immagine per il governo Meloni, perché la gente continui a non rendersi conto che cosa siano realmente i (post) fascisti di cui anche il premier ungherese è uno dei tanti prodotti.
In relazione alla denuncia nei confronti di Salvini, è opportuno ricordare che come è avvenuto per quella presentata nei suoi confronti da Carola Rackete, il ministro si avvarrà delle prerogative parlamentari per evitare di esser giudicato... e senza neppure vergognarsi!