L'intervista con l'Agenzia DIRE di padre Giulio Albanese, missionario comboniano, direttore delle Comunicazioni sociali e dell'Ufficio della cooperazione missionaria tra le Chiese del vicariato di Roma, nonché membro del Consiglio della sezione per i Rapporti con gli Stati e le organizzazioni internazionali della segreteria vaticana.

«Papa Francesco è stato l'unico statista sul palcoscenico internazionale che ha proclamato il sacrosanto valore della pace, pregando per le vittime sacrificali ma anche per la conversione dei carnefici": così in un'intervista con l'agenzia Dire padre Giulio Albanese, missionario comboniano con sguardo rivolto alle "periferie" e ai "sud"È stato il pontefice delle periferie e ha dato voce a chi non ha voce; per lui le periferie erano il 'locus' per eccellenza della missione, il suo centro.È importante sottolineare che tutto questo aveva un sano fondamento evangelico perché Gesù iniziò la sua missione in periferia, in Galilea.È evidente che papa Francesco era una voce fuori dal coro; è stato l'unico ad avere una visione universale, contrastando la logica degli imperi e restando fedele a un concetto di fraternità universale, che va oltre l'aspetto della comunicazione.'Siamo tutti fratelli' lo diceva non solo ai cattolici ma anche a chi era fuori dalle mura, e diceva anche 'siamo tutti nella stessa barca' e 'nessuno si salva da solo'».


Fonte: Agenzia DIRE