I movimenti della resistenza islamica palestinese a Gaza hanno diffuso oggi un messaggio di sfida in risposta ai piani di sfollamento forzato annunciati da Trump e applauditi da Israele:
I piani di espulsione non si limiteranno a sfollare i palestinesi dalla Striscia di Gaza, ma anche dalla Cisgiordania. Affermiamo che il nostro popolo, che ha fatto sacrifici per decenni, non abbandonerà la propria patria e rimarrà radicato nella sua terra.Le dichiarazioni di Trump sono una dichiarazione di guerra volta a sradicare il nostro popolo dalla Striscia. Invitiamo il prossimo vertice arabo ad adottare misure concrete per contrastare i piani criminali di sfollamento. La fermezza del nostro popolo ha bisogno di sostegno e i paesi arabi e islamici devono assumersi le proprie responsabilità. Ci troviamo di fronte a una minaccia esistenziale che richiede la mobilitazione e l'unificazione di tutti gli sforzi del nostro popolo.Ciò che il nemico non è riuscito a realizzare attraverso uccisioni e genocidi, non riuscirà a realizzarlo attraverso la politica e le lusinghe. I piani di sfollamento rappresentano una pulizia etnica e noi ci opporremo con tutte le nostre forze.
Sempre oggi, una fonte egiziana ha detto alla Reuters che il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi non visiterà la Casa Bianca "finché Donald Trump non ritirerà il piano da lui annunciato per Gaza".
La visita, originariamente prevista per il 18 febbraio, verrà posticipata a tempo indeterminato finché il presidente americano non ritirerà la proposta di deportazione dei palestinesi da Gaza all'Egitto e alla Giordania.
In precedenza, il segretario generale della Lega Araba, Ahmed Aboul Gheit, si è ufficialmente pronunciato contro qualsiasi spostamento di palestinesi dalla Striscia di Gaza e dalla Cisgiordania, definendolo "inaccettabile". "Oggi l'attenzione è su Gaza e domani si sposterà sulla Cisgiordania con l'obiettivo di svuotare la Palestina dei suoi abitanti storici. È inaccettabile per il mondo arabo, che ha combattuto questa idea per 100 anni. Dopo aver resistito per 100 anni, noi arabi non siamo intenzionati a capitolare in alcun modo ora perché non abbiamo subito una sconfitta politica, militare o culturale".
Il Presidente dell'Autorità Palestinese, Mahmoud Abbas, ha nuovamente apprezzato le posizioni della Repubblica araba d'Egitto, del Regno dell'Arabia Saudita, del Regno hashemita di Giordania e di tutti i paesi che hanno respinto i progetti di sfollamento del popolo palestinese e di annessione delle loro terre, e ha sottolineato che non c'è pace o stabilità se non riconoscendo lo Stato palestinese, insistendo sulla cessazione completa della guerra e sull'immediato inizio degli aiuti per il popolo palestinese, ricordando che "la Palestina non è in vendita".
Anche la Cina ha rilasciato oggi una dichiarazione ufficiale in cui rende nota la propria opposizione a quello che viene descritto come lo "sfollamento forzato" dei palestinesi e il trasferimento dei residenti della Striscia di Gaza in altre aree.
Secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa "Xinhua", il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Guo Jiakun, ha dichiarato in conferenza stampa che "Gaza appartiene ai palestinesi ed è parte integrante della terra palestinese", sottolineando l'opposizione del suo Paese ai piani di Trump e Israele.
Nel frattempo il morale esercito dello Stato canaglia di Israele continua la "gazificazione" della Cisgiordania ordinando lo sfollamento forzato anche dei residenti dal campo profughi di Nur Shams, sotto assedio da quattro giorni, il cui numero si aggiunge ai 40.000 già costretti a sfollare a partire dal 21 gennaio.
Testimoni hanno riferito all'agenzia di stampa Wafa che l'ordine di sfollamento forzato è stato impartito dalle forze armate israeliane attraverso gli altoparlanti della moschea del quartiere Al-Ayada. Le forze di occupazione dello Stato ebraico hanno schierato i loro veicoli e le pattuglie di fanteria agli ingressi e nei quartieri del campo, sparando proiettili veri e bombe assordanti per diffondere paura e panico tra i residenti.
Wafa ha affermato che questo è l'ultimo di una serie di ordini di sfollamento di massa emessi a partire dal primo giorno dell'operazione militare nel campo, iniziata quattro giorni fa.
𝐃𝐞𝐬𝐭𝐫𝐮𝐜𝐭𝐢𝐨𝐧 𝐢𝐧 𝐑𝐞𝐚𝐥 𝐓𝐢𝐦𝐞 | A circulating CCTV footage shows an Israeli occupation bulldozer tearing through streets and attacking Palestinian properties in occupied #West_Bank neighborhood of Al-Salihine in the Nur Shams refugee camp. pic.twitter.com/V19es1JfNT
— Government Communication Center (@pal_gcc_en) February 10, 2025
Gli sfollati hanno descritto la situazione del campo come molto difficile e miserabile, con case e negozi demoliti e strade spianate, e i soldati di occupazione che assaltavano le case in modo barbaro e ne rompevano il contenuto dall'interno, aggredivano i giovani ed espellevano gli anziani senza consentire loro di prendere i loro beni di prima necessità, in particolare i vestiti, e sequestravano i loro telefoni cellulari.
Di quanto sta accadendo in Cisgiordania, la miserabile comunità degli Stati del cosiddetto occidente democratico non parla, come se tutto questo non stesse accadendo, mentre alcuni suoi altrettanto miserabili portavoce - ad esempio il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani - agiscono per far credere - non si sa bene a chi - che stiano rispettando il diritto internazionale, nonostante, in realtà, facciano di tutto e di più perché le sue norme vengano non solo disattese ma anche stracciate.