Questa mattina, lo Stato ebraico di Israele ha ufficiosamente dichiarato irricevibile l'ultima proposta di cessate il fuoco a Gaza che prevedeva una tregua di 60 giorni e il rilascio di dieci prigionieri israeliani ancora in vita, una metà all'inizio del cessate il fuoco e una seconda metà alla fine del periodo stabilito.

Naturalmente, oltre a rifiutare qualsiasi tregua, Israele continua a commettere orribili massacri. L'ultimo della scorsa notte ha avuto come vittime gli sfollati nella scuola Fahmi al-Jarjawi, nel quartiere di al-Daraj: 36 i palestinesi morti, in gran parte carbonizzati nell'incendio seguito all'attacco, molti dei quali bambini. Molti anche i feriti. Undici delle persone uccise appartenevano allo stesso nucleo familiare.

Di crimine in crimine, dopo quasi due anni, i governi della comunità internazionale iniziano a vacillare sotto la pressione delle rispettive opinioni pubbliche sempre più inorridite e scandalizzate per il genocidio in atto a Gaza e nei Territori Occupati.

A seguito di ciò, le canaglie dello Stato canaglia israeliano sono sempre più in difficoltà, capendo che la pagliacciata rappresentata dall'ebraicità che dovrebbe rendere Israele non condannabile per qualunque atto commesso e che, in caso contrario, farebbe scattare l'accusa di antisemitismo è ormai una fola a cui non crede più nessuno, adesso rivelano la loro vera natura... essendo ormai allo sbando.

Secondo quanto riportato dai siti web ebraici, il ministro degli Esteri Sa'ar ha dichiarato che in caso di riconoscimento dello Stato di Palestina da parte di Francia e Gran Bretagna, Israele dichiarerà l'annessione della Cisgiordania e di Gerusalemme est (territori sotto occupazione militare dal 1967) come parte integrante del proprio territorio.

Come fermare uno Stato canaglia senza ricorrere all'uso delle armi? Ricorrendo a boicottaggi, disinvestimenti e sanzioni... come il governo irlandese si prepara a fare questa settimana, presentando un disegno di legge che vieti il commercio con le aziende israeliane che operano nei territori palestinesi.

Se questa legge venisse approvata, l'Irlanda diventerebbe il primo Paese dell'Unione Europea a compiere un passo del genere.

Il ministro irlandese degli Affari esteri e del commercio, Simon Harris, ha dichiarato che la legislazione prevista è una "risposta all'escalation" di quelli che ha definito "crimini di guerra" commessi da Israele a Gaza.

In una dichiarazione al Financial Times, Harris ha affermato: "È chiaro che vengono commessi crimini di guerra, che i bambini muoiono di fame e che il cibo viene usato come arma di guerra. Il mondo non ha fatto abbastanza e dobbiamo agire".

Sebbene le importazioni irlandesi di beni provenienti da aziende israeliane nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est siano minime, il governo di Dublino, che lo scorso anno ha riconosciuto lo Stato di Palestina insieme a Spagna e Norvegia, spera che altri Paesi europei seguano l'esempio.

Non è difficile. Invece, è essere complici del genocidio in atto, operando come sta operando il governo italiano di Giorgia Meloni che si rifiuta di condannare ciò che lo Stato ebraico sta facendo e di agire per impedire i crimini che sta commettendo.