In risposta al persistente ciclo di gravi violenze perpetrato dai coloni israeliani estremisti nella Cisgiordania occupata, il Ministro degli Esteri britannico, David Lammy, ha annunciato oggi nuove sanzioni che prendono di mira 3 individui, tra cui la nota leader dei coloni Daniella Weiss, nonché 2 avamposti illegali e 2 organizzazioni che hanno sostenuto, incitato e promosso la violenza contro le comunità palestinesi in Cisgiordania.
Questi individui ed entità sono ora soggetti a misure tra cui restrizioni finanziarie, divieti di viaggio e squalifiche dei dirigenti, e seguiranno sanzioni per altri 18 individui, entità e aziende in relazione a gravi violenze contro le comunità palestinesi della Cisgiordania.
Le misure fanno seguito a un drammatico aumento della violenza dei coloni in Cisgiordania: le Nazioni Unite hanno registrato oltre 1.800 attacchi da parte dei coloni contro le comunità palestinesi dal 1 gennaio 2024.
In una dichiarazione al Parlamento, David Lammy ha anche annunciato la sospensione formale dei negoziati per un accordo di libero scambio con Israele, con effetto immediato. Sebbene il governo del Regno Unito rimanga fedele all'accordo commerciale vigente, Lammy ha dichiarato l'impossibilità di portare avanti le discussioni su un nuovo accordo di libero scambio aggiornato con un governo Netanyahu che sta perseguendo politiche scandalose in Cisgiordania e a Gaza.
La sua dichiarazione riguarda gli ultimi sviluppi sul campo a Gaza, chiarendo la totale opposizione del Regno Unito alla nuova, estesa operazione terrestre dell'IDF nella Striscia, la minaccia di carestia cui è sottoposta la popolazione di Gaza e la condanna del Regno Unito ai piani del governo israeliano di costringere i cittadini di Gaza ad abbandonare le loro case e a rifugiarsi in un angolo della Striscia. Il Ministro degli Esteri ha ribadito anche le richieste del Regno Unito affinché Hamas rilasci immediatamente e incondizionatamente tutti gli ostaggi, oltre all'impossibilità per il movimento di continuare a gestire Gaza.
Le nuove misure fanno seguito a una dichiarazione congiunta rilasciata dal Primo Ministro insieme ai leader di Francia e Canada, in cui si esprime la loro ferma opposizione all'espansione delle operazioni militari israeliane a Gaza e agli insediamenti illegali in Cisgiordania. Hanno inoltre chiarito che, se Israele non cesserà questa azione, saranno intraprese ulteriori azioni di risposta.
Il ministro degli Esteri David Lammy ha affermato:"Ho visto con i miei occhi le conseguenze della violenza dei coloni. La paura delle vittime. L'impunità dei colpevoli. Le sanzioni imposte oggi a Daniella Weiss (consultare quanto pubblicato in questo articolo) e ad altri dimostrano la nostra determinazione a chiamare a rispondere i coloni estremisti, mentre le comunità palestinesi subiscono violenze e intimidazioni per mano dei coloni estremisti. Il governo israeliano ha la responsabilità di intervenire e fermare queste azioni aggressive. La sua costante inazione sta mettendo a repentaglio le comunità palestinesi e la soluzione dei due stati".
L'annuncio arriva insiema alla convocazione, da parte del ministro per il Medio Oriente Hamish Falconer, dell'ambasciatrice israeliana Tzipi Hotovely al Ministero degli Esteri, del Commonwealth e dello Sviluppo per discutere dell'espansione delle operazioni militari a Gaza.
Il ministro per il Medio Oriente Hamish Falconer ha dichiarato:"Oggi esporrò all'ambasciatrice Hotovely l'opposizione del governo all'escalation totalmente sproporzionata delle attività militari a Gaza e sottolineerò che il blocco di 11 settimane degli aiuti a Gaza è stato crudele e indifendibile. Esorterò Israele a fermare l'espansione degli insediamenti e la violenza dei coloni in Cisgiordania.Israele deve rispettare i propri obblighi ai sensi del diritto internazionale umanitario e garantire un'assistenza umanitaria completa, rapida, sicura e senza ostacoli alla popolazione di Gaza. La quantità limitata di aiuti in arrivo non è semplicemente sufficiente.Dobbiamo ottenere un cessate il fuoco immediato e il rilascio di tutti gli ostaggi, e un percorso verso una soluzione a due stati: è l'unico modo per garantire la pace e la sicurezza a lungo termine sia ai palestinesi che agli israeliani".
Come è possibile capire, dopo mesi di genocidio, seppur timidamente, alcuni governi della comunità internazionale si sono ricordati dell'esistenza del diritto internazionale e della necessità di rispettarne i termini, perché altrimenti finirebbero per essere ulteriormente ridicolizzati nel voler condannare Putin e, allo stesso tempo, portare sugli allori Netanyahu che, proporzionalmente, sta commettendo crimini infinitamente peggiori a Gaza, a Gerusalemme est e in Cisgiordania (il governo Meloni e la sua maggioranza, però, di questo non si sono accorti).
Incredibilmente, persino i politici israeliani - con tutti i se e i ma del caso - si scagliano contro l'attuale governo di Tel Aviv.
Questa mattina, il presidente dei Democratici (partito nato dalla fusione tra Laburisti e Meretz), il Maggior Generale (in pensione) Yair Golan, in una intervista televisiva parlando dell'espansione dei combattimenti a Gaza, ha detto che "un Paese sano di mente non dichiara guerra ai civili, non uccide bambini per hobby e non si pone l'obiettivo di espellere un popolo".
Golan ha detto anche che "Israele è sulla buona strada per diventare uno Stato paria, come lo è stato il Sudafrica, se non torniamo a comportarci come un Paese sano di mente", accusando l'attuale governo di essere "pieno di individui vendicativi, privi di morale e incapaci di gestire una nazione in tempo di crisi. Questo mette a repentaglio la nostra esistenza".
Inutile dire che tali dichiarazioni hanno causato una reazione a catena da parte dell'establishment dello Stato ebraico, a partire da Netanyahu che ha risposto con le solite frasi assurde e fuori luogo, senza però avere il coraggio di accusare il generale in pensione di antisemitismo!
Successivamente, Golan ha poi chiarito la sua posizione, sostenendo che le sue "critiche erano rivolte al governo e non all'IDF: "Stamattina ho detto che siamo un Paese sano di mente che non uccide bambini. Quando i ministri di questo governo celebrano la morte e la fame dei bambini, dobbiamo dirlo. Mi riferivo esclusivamente al governo più fallito nella storia di Israele, non alle Forze di Difesa Israeliane. La nostra missione è garantire che Israele rimanga un Paese sano di mente che non uccide bambini né per hobby né per politica".
"Un governo che afferma che è possibile abbandonare gli ostaggi e che i bambini dovrebbero essere lasciati morire di fame è un governo che sembra un portavoce di Hamas. Un governo che parla di una bomba atomica a Gaza non è un governo ebraico, e certamente non è sionista", ha poi proseguito, affermando che l'IDF "è casa mia e il mio cuore".
"Né [Bezalel] Smotrich né [Itamar] Ben Gvir, che sono degli eversori, e certamente non Netanyahu, mi insegneranno cosa sia l'etica del combattimento e cosa significhi proteggere le IDF. Pertanto, non sono disposto a rimanere in silenzio quando un governo irresponsabile danneggia il mio esercito. Chi ha veramente a cuore le IDF... deve opporsi coraggiosamente al governo".
Golan ha poi accusato l'attuale esecutivo di Tel Aviv di trasformare una guerra "giustificata e necessaria" in "una guerra senza uno scopo nazionale o di sicurezza", affermando che "ciò a cui stiamo assistendo ora a Gaza non è una manovra per liberare gli ostaggi, perché era possibile molto tempo fa liberare tutti gli ostaggi con un unico accordo globale e riportarli a casa".
"L'attuale operazione a Gaza non è una campagna per rovesciare Hamas" perché Israele avrebbe potuto già da tempo adottare misure per iniziare a creare un'alternativa al governo di quel movimento "con l'assistenza dei sunniti moderati, come progetto regionale per rafforzare la posizione e la sicurezza di Israele". Golan ha poi concluso dicendo di non essere "spaventato dalla macchina del veleno", né "dal bullismo" o "dal tentativo di terrorizzare chiunque osi dire la verità".
Queste dichiarazioni - opinabilissime, perché fanno venire alla memoria Norimberga e la giustificazione di aver obbedito a ordini superiori da parte dei militari nazisti che volevano prendere le distanze dai crimini di guerra di cui si erano macchiati - sono comunque un'ulteriore riprova che quanto sta facendo il governo Netanyahu non ha nulla di normale e, pertanto, nulla di giustificabile.
Adesso è il momento che TUTTI i governi dei Paesi che pretendono di definirsi rappresentanti e tutori del diritto internazionale ne prendano atto e agiscano di conseguenza.
Aggiornamento
L'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione Europea, Kaja Kallas, questa sera ha dichiarato che la situazione a Gaza è catastrofica: "Gli aiuti devono arrivare subito senza ostruzioni. La pressione è necessaria per cambiare la situazione. C’è una forte maggioranza favorevole a condurre una revisione del rispetto dell'articolo 2 dell'accordo di associazione con Israele e ora la metteremo in atto".
La richiesta di revisione, avanzata dai Paesi Bassi, avrebbe trovato l'appoggio di 17 Stati membri, tra cui Francia, Spagna, Irlanda, Belgio e Svezia. Contrari dieci Stati tra i quali, secondo fonti di Bruxelles, Italia e Germania. La decisione, comunque, spetterà alla Commissione europea.
Il gruppo dei 27 non è riuscito a trovare l'unanimità neppure sull'imposizione di sanzioni nei confronti dei coloni israeliani, bloccate, a quanto pare, dall'Ungheria.