Attraverso il web, l’operatore offriva diversi prodotti tecnologici, in particolare smartphone, tablet, personal computer e televisori, indicati come già disponibili, a cui però non seguivano la spedizione e l’effettiva consegna ai consumatori. Successivamente, ai clienti venivano opposte difficoltà di varia natura: prima in merito ai reali tempi di consegna dei beni e poi in ordine alla restituzione dell’importo pagato dopo la risoluzione del contratto.