Nella notte si è tenuta la riunione  del Consiglio nazionale del Movimento 5 Stelle, i cui i componenti, insieme al presidente Conte, hanno discusso della linea da tenere in relazione al voto del Senato su quanto dirà Draghi (a supporto dell'Ucraina) prima di partire per il prossimo Consiglio europeo di Bruxelles e delle nuove critiche di Luigi Di Maio contro la leadership di Conte che si sono sommate a quelle espresse dopo l'esito del primo turno delle amministrative.

Per quanto riguarda la questione Ucraina il Movimento sosterrà la necessità di una de-escalation militare senza però chiedere uno stop all'invio di armi a Kiev. Confermato, inoltre, il supporto all'Alleanza atlantica. Per quanto riguarda Di Maio, nessuna decisione è stata presa.


A dare il via all'ennesima canea sul Movimento 5 Stelle è stato lo stesso Di Maio che, dopo aver sparato bordate su bordate su quanto fatto finora da Conte, si è detto stupito e quasi indignato delle reazioni suscitate.

È la stessa persona - tanto per fare un esempio concreto - che non ha mai risposto a Pizzarotti, allora sindaco di Parma per il M5s, quando cercava di spiegare che l'inchiesta cui era stato sottoposto era solo una conseguenza "tecnica" ad una denuncia ridicola e strumentale di un senatore locale del Pd. Ma il "soldatino" Di Maio, che allora si occupava delle questioni territoriali, non si faceva trovare e non rispondeva alle telefonate di Pizzarotti, perché il suo padrone, il supposto "guru" dalle stralunate indicazioni sul futuro prossimo venturo, il fu Casaleggio padre, aveva stabilito che il sindaco di Parma era per lui un problema e che doveva essere tagliato fuori dal Movimento. Cosa che puntualmente avvenne.

E adesso il parlamentare campano, miracolosamente diventato ministro, accusa l'attuale Movimento di non essere democratico! E tutto questo perché Di Maio, in scadenza di mandato, vuole accasarsi in un altro partito per farsi almeno rieleggere anche nella prossima legislatura.

Tutto qua. Naturalmente, la "grande" stampa italiana fa finta di non accorgersene e cerca di descrivere un Di Maio responsabile, ultimo baluardo di un Movimento allo sbando. Sono gli stessi giornali che si auspicavano che il movimento diventasse partito e acquisisse credibilità sostenendo non più slogan ma proposte realizzabili. Ora che lo sta facendo, la sua demonizzazione è diventata uno sport nazionale... a conferma che l'editoria del nostro Paese è solo a supporto delle politiche industriali e finanziarie di alcuni gruppi e che i giornalisti sono semplicemente i loro strumenti.

Ritornando alla cronaca politica, sulla vicenda è intervenuto il presidente della Camera, Roberto Fico, che ha commentato in questi termini:

"Secondo me in questo momento ci sono delle frizioni all’interno del Movimento, ma non riesco a comprendere che il ministro degli Esteri Di Maio attacchi su delle posizioni rispetto alla Nato e all’Europa che nel Movimento non ci sono e non se ne dibatteva prima"."Non capisco perché ci sono questi attacchi in questo momento. Il Movimento è saldamente, e non c’è nessuna discussione su questo, ancorato all’Unione europea, su cui abbiamo combattuto in Europa anche per avere i fondi del Recovery di cui oggi si parla e che il Movimento ha ottenuto. Rispetto alla Nato non c’è alcuna discussione in corso, il Movimento è saldamente ancorato al patto atlantico. Subiamo una cosa che secondo me è mistificatrice, non aderente alla realtà"."Allora mi chiedo, perché attacchi su cose non aderenti alla realtà? Da questo punto di vista ci sentiamo un po' arrabbiati e delusi, tutto qua. Per quale motivo si deve mettere in discussione una cosa che nel Movimento non è in discussione?""Non c’è nessun Conte-Di Maio, state sbagliando prospettiva. L’unica cosa che c’è è, al massimo, Movimento-Di Maio perché attaccare il M5s su posizioni che non sono in discussione dispiace a tutta la comunità del Movimento. È questo il punto"."Quello che Luigi fa nella costruzione di altro io non ho idea, perché non ne ho contezza. Poi se si sta costruendo qualcos’altro lo vedremo solo vivendo".