Sono più di 200mila, secondo il comandante in capo della NATO, il generale dell'esercito americano Christopher Cavoli,  le vittime (tra morti e feriti) tra i militari russi dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina. Cavoli, ha rilasciato tale dichiarazione in una intervista al settimanale tedesco Der Spiegel, ha aggiunto anche che oltre 1.800 ufficiali russi sono stati uccisi o feriti.

Secondo altre fonti, le perdite russe sono aumentate dopo la mobilitazione dei riservisti, mentre i mercenari della Wagner avrebbero perso la metà dei reclutati tra le persone che avevano accettato di scambiare il carcere con l'arruolamento per combattere in Ucraina: sono stati usati come carne da macello.

In queste ore, russi e ucraini si sfidano nel comunicare chi, tra i due eserciti, abbia subito più perdite nell'area di Bakhmut, dove si fronteggiano per contendersi quello che in passato era stato indicato come uno snodo cruciale per il controllo dell'oblast di Donetsk (una valutazione che ad oggi sembra esser stata rivista, almeno da parte degli alleati a supporto degli ucraini). Ogni giorno sia Kiev che Mosca dicono di aver ucciso o ferito centinaia di soldati, alcune volte persino più di mille.

Il massacro russo riguarda i mercenari della Wagner che, in base alle ultime notizie, dopo sei mesi di aspri combattimenti sarebbero riusciti "quasi" a completare l'accerchiamento di Bakhmut. Vittime del massacro tra le forze ucraine i soldati del gruppo operativo-strategico Khortytsia, ringraziati ieri sera da Zelensky nel consueto video-messaggio alla nazione. E nonostante le difficoltà, la resistenza ucraina non sembra voler cedere, anche se - in base ad alcune scelte strategiche - potrebbe aver iniziato un arretramento delle proprie truppe.

Nel frattempo, però, si combatte anche per le strade di una città che ospitava 75mila persone, mentre adesso sono 4mila quelle rimaste che tentano di sopravvivere senza gas, elettricità o acqua in quello che oramai è definibile come un deserto di macerie, visto che tutti gli edifici sono stati distrutti.

Quanto sta accadendo in Ucraina è la dimostrazione che non vi è una superiorità militare tra i due eserciti in campo e l'unico fattore che possa cambiare l'andamento della guerra è il numero di soldati che Ucraina e Russia sono disposti a sacrificare per soddisfare le rispettive mire nazionalistiche. 

Una carneficina che, una volta finita, come sempre accade verrà definita inutile.



Crediti immagine: nella foto di Euromaidan Press, Oleksandr Syrskyi, comandante delle forze di terra dell'Ucraina, mentre è in visita a Bakhmut.