Partiamo dal Partito Democratico, con le dichiarazioni del segretario Nicola Zingaretti:

"Ottimo risultato di tutti il via libera alla bozza del Recovery Plan. Ora bisogna correre e non pregiudicare il lavoro. È un buon piano con modifiche significative ottenute anche grazie all’iniziativa del Pd per maggiori investimenti, per la sanità, per il lavoro, per il Mezzogiorno, le donne, i giovani.Finalmente può diventare realtà il processo verso la transizione ecologica e la rivoluzione digitale del sistema Paese. Ora si discuta in Parlamento e si coinvolgano le parti sociali, le imprese, l’associazionismo, i giovani, le donne nel dibattito sul futuro dell’Italia.Non c’è altro tempo da perdere. Si faccia di tutto per riprendere il dialogo, il confronto nella maggioranza per trovare una soluzione alla crisi e affrontare con responsabilità i prossimi decisivi passaggi come lo scostamento di bilancio e i ristori economici alle imprese.L’Italia non può perdere questa occasione, lo dobbiamo soprattutto alle nuove generazioni. Si lavori come abbiamo insieme deciso al patto di legislatura in tempi certi e brevi con buon senso e facendo prevalere il bene comune e la buona politica si può fare".

Dal Movimento 5 Stelle gli fanno eco le parole di Luigi Di Maio:

"Ieri sera abbiamo approvato il piano da 209 miliardi di euro del recovery plan con il quale avvieremo la ricostruzione. L’Italia deve ripartire. Servono serietà e responsabilità in questo momento storico. Tutti facciano un passo indietro per amore del Paese.Bisogna essere pragmatici e concreti. Parliamo di risorse per fronteggiare la pandemia, di aiuti per chi fatica dalla mattina alla sera, di pensioni, di anziani, parliamo di chi è stato colpito ingiustamente dalla crisi come imprese e lavoratori.La vera crisi la stanno vivendo gli italiani, non la politica".

Come si intuisce, PD  e M5S non hanno alcuna intenzione di alzare i toni nei confronti di Italia Viva per favorire la possibile crisi di governo annunciata da settimane da Matteo Renzi, ma finora mai ufficializzata. Da parte delle due forze politiche si parla di Recovery Plan e si pone l'accento sulla sua approvazione. Il piano dovrà poi avere il via libera dal Parlamento italiano e dalle istituzioni europee. Pertanto, c'è ancora più di un passaggio da attendere prima di poterne cominciare a vedere l'attuazione.

Ma se, almeno per quanto riguarda il Recovery Plan, si può dire che qualcosa di concreto è stato messo nel piatto, l'altra questione che ne ha accompagnato il percorso è ancora da definire: riguarda per l'appunto la crisi annunciata da Italia Viva con più di un "penultimatum" e di cui ancora non possiamo dire di esser certi se ci sarà o meno.

Questa l'ultima dichiarazione al riguardo della ministra Teresa Bellanova:

"La crisi si è aperta quando con un colpo di mano si è tentato di inserire una norma sulla governance del Recovery mai condivisa. Ad aprirla non siamo stati noi ma chi ha tentato quella forzatura, istituzionale e costituzionale. La verifica programmatica che Italia Viva chiede da mesi si è colpevolmente arenata. A me non pare così normale trovarsi sempre di fronte muri di gomma e registrare mancate risposte su temi cruciali per il Paese.Le nostre decisioni saranno conseguenti e le preciseremo nella conferenza stampa di oggi alle 17.30 alla Camera".

Ieri sera nel CdM che ha approvato il Recovery Plan, la Bellanova e la sua collega Bonetti, anch'ella di Italia Viva, si sono astenute dall'esprimere un voto. In teoria avrebbero potuto votare contro, ma non lo hanno fatto.

E perché allora tutto questo teatro? Difficile capirlo. Comunque, tenta di spiegarlo sempre la Bellanova con questa dichiarazione da sofista alla buona:

"La terza ondata di contagi e la crisi economica obbligano tutti a un di più di responsabilità, non alla distribuzione di sonniferi. La terza ondata, se arriverà e mi auguro proprio di no, deve vederci preparati, non imbalsamati. Il governo è chiamato a risolvere l'emergenza, non può essere l'emergenza a tenere in vita il governo".

Tutto come se Italia Viva del Governo Conte non avesse mai fatto parte. Ma allora, che cosa vuol fare Italia Viva? Bisognerà attendere nel pomeriggio, per saperlo... purché Renzi e i suoi parlamentari siano riusciti finalmente a decidere che cosa vogliono fare. L'unica cosa di cui finora si può esser sicuri è che ai renziani, al di là delle dichiarazioni, interessa solo ciò che conviene ai renziani.