Doveva entrare in vigore già all’inizio di quest’anno ma, complice il decreto Sostegni bis, la Plastic Tax diventerà legge l’anno prossimo, il 1° gennaio 2022.

Ci riferiamo alla norma che introduce una tassazione speciale che riguarda le aziende produttrici di plastica non riciclabile. 

Questa tassa, che contribuisce a scoraggiare il commercio e l’uso di materiale plastico inquinante, ammonta a 45 centesimi per ogni chilo di materiale plastico monouso venduto (conosciuti con la sigla di MACSI).

Se però per le aziende e piccole imprese c’è più tempo per mettersi in regola, dal 3 luglio scorso si deve già fare i conti con la Direttiva Sup, ovvero la Single Use Plastic, che vieta la plastica monouso. Messi al bando sono prodotti come piatti, posate, bicchieri, cannucce, cotton fioc, palloncini, buste di plastica e contenitori in polistirene espanso (EPS) per bevande, tazze e consumo immediato o asporto di alimenti.

Necessario e urgente, allora, abbracciare a pieno titolo il “green trend” rivolto alla riciclabilità di packaging e imballaggi e alla riduzione dei materiali usa-e-getta (non solo di plastica).

Tra i check generali da seguire per il green packaging del futuro ci sono l’ottimizzazione di dimensioni e peso delle confezioni, l’investimento sul riciclo di materiali rinnovabili (come la carta e il cartone), l’impiego di nuove materie da fonti rinnovabili e lo sviluppo di un senso civico più responsabile e rivolto alla tutela dell’ambiente.

E tra le scelte ecologiche e sostenibili tra cui optare per gli imballaggi dei prodotti di aziende ed e-commerce, il cartone risulta quella più popolare, con un livello di biodegradabilità dell’80%.

Al contrario dei confezionamenti in plastica, responsabili del 4% della produzione petrolifera globale, infatti, il cartone è sostenibile, organico, etico, economico e resistente. E la sua versatilità concede grande margine di creatività, contribuendo alla creazione di un design originale e di successo.

Se poi le scatole di cartone personalizzate sono accompagnate dal marchio FSC - Forest Stewardship Council, il gioco è fatto. Parliamo della certificazione che garantisce che il packaging sia stato prodotto con materiali sostenibili, provenienti da foreste gestite in modo responsabile.

La decisione dei brand di rendere eco-sostenibili le scatole con cui confezionano i loro prodotti, diminuendo di conseguenza l’impatto ambientale, si è rivelata vincente anche su piano di marketing.

Se infatti anni fa i clienti non facevano caso ai materiali degli imballaggi dei loro acquisti, adesso questo fattore può diventare determinante per la riuscita della vendita.

Che sempre più italiani scelgano un prodotto tenendo conto dell’impatto ambientale del packaging lo rivela anche un’indagine di Nomisma. Vediamo che il 43% preferisce fare l’acquisto di un articolo con un confezionamento sostenibile, mentre il 48% ha addirittura affermato di aver “abbandonato nel carrello” dei prodotti a causa della plastica o materiale non riciclabile presente nell’imballaggio.

Cliente soddisfatto e vendita andata a buon fine. Ma c’è di più: la scelta di un packaging sostenibile si trasforma anche in un grande strumento di brand identity. 

Assumere una posizione decisa a favore dell’ambiente porta l’impresa ad allinearsi con le scelte etiche del consumatore, il quale identificherà con il “marchio green” l’azienda prediletta.