La notizia del giorno è il matrimonio tra La Stampa e Repubblica o, per essere più precisi, la fusione per incorporazione di Itedi nel gruppo Espresso, con la creazione di un nuovo polo editoriale che, tramite quotidiani a carattere nazionale e locale, settimanali e mensili, avrà il 20% del mercato italiano e sarà leader su Internet con 2,5 milioni di contatti giornalieri.

L'incorporazione di Itedi nel gruppo Espresso non prevederà alcun esborso finanziario da parte di De Benedetti che finirà per avere della nuova holding una quota vicina al 45%.

L'accordo è stato definito siglando un memorandum d'intesa tra le parti che sfocierà in una ulteriore formalizzazione entro giugno 2016. Il completamento di tutti gli step avverrà entro il primo trimestre del prossimo anno.

Ma l'aspetto interessante di questo matrimonio è che ad esso è legato anche un divorzio e non certo di poco conto, quello di FCA dal Corriere della Sera. Anche in questo caso, ad essere precisi si deve dire da RCS MediaGroup, a cui però avendo venduto tutti, o quasi, i propri asset principali sono rimasti Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport.

Annunciando di volersi concentrare solo sulle attività automobilistiche, FCA distribuirà la propria partecipazione in RCS, che corrisponde a circa il 17% delle azioni, ai propri soci. Quindi Il Corriere non ha più un'azionista di riferimento, ma una serie di azionisti che avevano dovuto accettare, anche loro malgrado, i piani di risanamento imposti da FCA, piani i cui risultati ancora non si vedono, o almeno non si vedono in modo evidente.

Nella sostanza, e qui sta l'altra notizia, è che in un colpo solo Marchionne ed FCA si liberano dei fastidi della stampa italiana. Sebbene dichiarino di averlo fatto per volersi concentrare solo sulle macchine, non bisogna dimenticare l'acquisizione da parte degli Agnelli dell'Economist. Ma allora, la stampa conta o non conta? Evidentemente dipende dal tipo di stampa e dalla sua diffusione.

Gli interessi FCA in Italia sono sempre più scarsi e gli Agnelli non hanno più bisogno di avere un controllo diretto sulla stampa. Quindi, essendo diventati una multinazionale più americana che italiana, il supporto editoriale deve essere adeguato ai nuovi orizzonti.

Sebbene gli addendi siano tutti ben visibili ed ordinati, sembra che nessuno si sia accorto della somma. Quale sarà il futuro degli insediamenti produttivi FCA in Italia? Se Marchionne ritiene di non avere più bisogno dell'appoggio e della copertura di una parte importante della stampa italiana, non è che ha già programmato anche la dismissione di parte degli impianti?