Save the Children e UNHCR hanno presentato i risultati di una mappatura sullo stato di attuazione delle procedure per l'accertamento dell'età, la tutela volontaria e l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (MSNA).

Questa presentazione conclude il terzo anno di partnership tra le due Organizzazioni nel progetto Voluntary Guardianship, Age Assessment, and Psychological Support: Steps Beyond, volto a migliorare il sistema di protezione dei minori stranieri non accompagnati.

La mappatura, attraverso l'ascolto dei minori non accompagnati, l'analisi di documentazione rilevante e la consultazione di diversi attori chiave (istituzioni, terzo settore e organizzazioni internazionali), scatta un'istantanea dello stato di attuazione delle procedure per l'identificazione, l'accertamento dell'età, l'accoglienza e la tutela volontaria dei minori stranieri non accompagnati (MSNA), mettendo in luce le sfide, le opportunità e le buone prassi esistenti. 

La ricerca ha l'obiettivo di osservare e mappare i cambiamenti di prassi avvenuti in ambito di identificazione, accertamento dell'età e tutela volontaria per i minori stranieri non accompagnati nel biennio 2023/2024 anche alla luce dei più recenti interventi normativi, prestando particolare attenzione alle regioni che rappresentano i principali snodi di entrata in Italia, a sud, attraverso le coste siciliane, e a nord, attraverso il confine del Friuli-Venezia Giulia. I risultati hanno consentito di elaborare proposte e raccomandazioni rivolte agli attori istituzionali, al fine di migliorare la protezione e il rispetto dei diritti dei minori stranieri non accompagnati in linea con le disposizioni della legislazione nazionale, a partire dalla L. 47 del 2017, e dei relativi atti di implementazione, e di rafforzare il sistema di protezione e di accoglienza.

Tra le principali criticità evidenziate, legate alle novità introdotte dal decreto-legge 133/2023 nel sistema di accoglienza per minori stranieri non accompagnati, c'è la possibilità di collocamento degli ultra-sedicenni in strutture per adulti, eventualità che solleva preoccupazioni in merito alla conformità con gli standard internazionali e al rispetto del superiore interesse del minore. 

Dalla mappatura emerge, nonostante l'adozione di un Protocollo nazionale sin dal 2020 ed il positivo richiamo dello stesso da parte della recente normativa, il ricorso a protocolli locali preesistenti, una certa disomogeneità nelle pratiche di accertamento dell'età in alcune regioni italiane, compreso il ricorso a tecniche invasive (come radiografie e rilievi antropometrici), che pongono rischi di errori, violazioni della dignità e mancato rispetto dei diritti dei minorenni. Le testimonianze dei minorenni raccolte per la ricerca evidenziano peraltro disagi legati a errori burocratici durante la fase di identificazione. 

Inoltre, in Friuli-Venezia Giulia e in Sicilia esiste una carenza di tutori volontari rispetto al bisogno effettivo, che determina un sovraccarico dei tutori presenti, a scapito di un adeguato supporto ai minori, e una generale disomogeneità territoriale nell'accesso alla tutela. Le aree lontane dai capoluoghi delle due regioni esaminate, infatti, vedono una inferiore presenza dei tutori volontari rispetto ai centri urbani. Più in generale, le barriere burocratiche, come la difficoltà nell'accesso ai rimborsi spese, i permessi lavorativi e il sovraccarico di lavoro, scoraggiano i tutori volontari, con il rischio che lascino la loro funzione.

Aspetto positivo intervenuto ormai in chiusura di mappatura ma per la sua rilevanza importante da ricordare, è stato senz'altro l'adozione del DPCM n. 98 che regolamenta il colloquio del minore straniero non accompagnato al momento dell'ingresso nelle strutture di prima accoglienza, che sarà oggetto di futuri approfondimenti.



Fonte: Save the Children, UNHCR