«Per favore basta con il razzismo. Basta con il tuo odio. Basta con le tue false preghiere. Hai causato troppo dolore e hai distrutto la vita di troppe persone».

Sembrano le parole di un prete. Ma sono le parole di un prete, addirittura quelle di un arcivescovo!

Italiano? No, americano, di San Antonio, Texas. Sono le parole che mons. Gustavo Garcia-Siller ha indirizzato via social a Donald Trump, dopo che ha deciso di recarsi a far visita nei due luoghi dove nello scorso settimana si sono verificate le ultime due sparatorie di massa in Usa.

Parole, quelle dell'arcivescovo, non certo prive di senso, visto che Patrick Crusius, il 22enne texano di Dallas che ha ucciso 22 persone in un centro commerciale di El Paso aveva pubblicato un manifesto contro l'invasione ispanica del Texas, usando molte delle stesse parole pronunciate dal presidente Trump nei suoi nei discorsi ufficiali.


Ed anche in Italia abbiamo un sovranista alla Trump, Matteo Salvini, che usa le stesse identiche tecniche di propaganda di Donald Trump, incitando all'odio e al razzismo. Quali sono le differenze? Che in Italia i nemici contro cui Salvini aizza le masse sono i migranti, in particolare quelli che provengono dall'Africa e che nel nostro Paese l'uso delle armi (per ora e per fortuna) è elevato, ma non permissivo tanto quanto negli Stati Uniti.

Inoltre, l'America è un po' più vasta rispetto all'Italia e così le risposte di Trump sono piuttosto mirate, tanto che difficilmente può permettersi di rispondere agli arcivescovi.

Il Trump de noantri, invece, sua eccellenza il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha un raggio operativo più ridotto e, pertanto, può anche permettersi di "controllare" e - se non in linea con la sua propaganda - bacchettare pure gli arcivescovi.

In questo caso quello di Lucca, sua eccellenza mons. Paolo Giulietti, che domenica sera aveva avuto l'ardire - secondo i leghisti - di farsi fotografare con un cartello di adesione alla campagna promossa da "Libera", l'associazione di Don Ciotti, contro il decreto sicurezza bis.

Uno sgarbo inaudito quello di mons. Giulietti, tanto che il ministro Salvini lo ha catechizzato in questo modo: «Il vescovo di Lucca testimonial del PD contro il Decreto Sicurezza Bis...

Mi confortano le decine di messaggi di sostegno che ricevo ogni giorno da donne e uomini di Chiesa, attenti a quello che succede nella realtà.

Al vescovo-politico, nuovo eroe della sinistra (!), mi permetto di dire che l'unica disumanità è quella di chi in questi anni, con le porte aperte all'invasione, ha ingrassato il business dei trafficanti di schiavi e ha reso l'Italia un Paese meno sicuro.

Ma indietro non si torna: la MANGIATOIA dell'immigrazione clandestina è FI-NI-TA!»

Il ministro dell'odio, che etichetta - chissà perché - come appartenente al Pd chiunque non si comporti da ebete plaudente, è lo stesso che si intesta (e non si sa bene a che titolo) il placet della madonna - di cui conosce la data di nascita e che chiama mamma (a breve, probabilmente, dirà di essere Gesù) - a supporto delle sue leggi contro la logica, la Costituzione e i diritti umani.

Un personaggio simile, che in un Paese normale dovrebbe essere ricoverato in una struttura sanitaria sotto un rigido controllo medico, non solo si appresta a diventare il prossimo presidente del Consiglio, ma è pure preso sul serio da gran parte degli italiani, ed è senz'altro questa la cosa più grave e preoccupante.


Grazie a Salvini, il clima di odio da lui alimentato In Italia è arrivato a livelli assurdi e inaccettabili. Negli Stati Uniti, una parte di americani ha iniziato ad indignarsi per la vergognosa ipocrisia di Trump che adesso cerca di disconoscere le sue responsabilità per quanto ha provocato e sta provocando in quel Paese.

In Italia quanto ancora vogliamo attendere prima di indignarci? Non bastano le stragi in mare? Abbiamo bisogno che qualcuno inizi a sparare su chi ha un colore della pelle più scuro rispetto alla media?