La pandemia da coronavirus, per molti è una calamità, per alcuni invece è una opportunità... da non lasciarsi sfuggire!

L'Ungheria di Orban lo dimostrato ampiamente. Il regime semi liberale del sovranista magiaro, dall'oggi al domani, è diventato una dittatura, con la sospensione, di fatto, del Parlamento e il passaggio di tutti i poteri decisionali nelle mani di una sola persona: Viktor Orban. 

L'ex premier e neo dittatore, grazie all'emergenza Covid (la classica fava) ha portato a casa i soliti due piccioni rappresentati dalla possibilità di eliminare le seccature legate al fatto di dover fingere che l'Ungheria fosse uno Stato democratico e la possibilità, una volta per tutte, di far approvare tutte le leggi che ritenga opportune per limitare ulteriormente le opposizioni nel Paese e quelle indispensabili ai propri interessi personali, politici e non.

Ma se, grazie al coronavirus, Orban ha fatto tombola, Netanyahu, invece, ha vinto al Superenalotto. Con la scusa della pandemia e il progredire del contagio in Israele, il leader del Likud è riuscito a convincere quello che fino a qualche settimana fa era il suo più acerrimo avversario, Benny Gantz, a formare un Governo di unità nazionale. Ma non un governicchio in stile balneare (per dirla all'italiana) in modo "da passà a nuttata" rappresentata dall'epidemia, ma un governo di legislatura vero e proprio. 

Che cosa abbia fatto cambiare idea a Gantz lo sa solo Dio. Invece, per quanto riguarda la cronaca, pochi giorni prima della fine di marzo, dopo che nelle settimane precedenti Gantz e i collaboratori del suo partito (Blu Bianco) lavoravano alla presentazione di un progetto di legge per impedire a chiunque sia stato rinviato a giudizio o sia sotto processo (a partire da Netanyahu) di diventare capo di un governo, arriva improvvisa la svolta con l'annuncio dell'avvio delle trattative per un accordo di Governo. Accordo che sfalda Blu Bianco e consegna al Likud lo scettro indiscusso di partito di maggioranza.

Lo scorso lunedì, il 6 aprile, Gantz si è recato a casa di Netanyahu, a Gerusalemme, e i due hanno stabilito un accordo massima. La scelta della sede è stata motivata dal fatto che il premier israeliano è in quarantena perché è stato in contatto con il ministro della sanità Yaakov Litzman, risultato positivo alla Covid. Immaginatevi la scena per capire come sono andati i colloqui: Gantz era fermo sul patio fuori della casa di Netanyahu, mentre quest'ultimo ne era all'interno, nel suo studio, ed entrambi urlavano l'un l'altro, a distanza di sicurezza attraverso la finestra, i termini dell'accordo.

Se la scena era da film comico, non lo erano invece i contenuti su cui i due hanno trovato un'intesa.  In particolar modo quello che prevede l'annessione  di parti della Cisgiordania entro due mesi e mezzo, definendo in pratica un processo formale di annessione di parti dei Territori Occupati, in barba a qualsiasi norma del diritto internazionale.

Secondo quanto riporta il quotidiano Haaretz, dopo aver incassato il sì al progetto (più che scontato) da parte di Washington, questo passerebbe all'esame della Knesset (il parlamento israeliano) per ottenerne l'approvazione (anche in questo caso scontata) da parte della maggioranza. 

Il tutto, mentre la quasi totalità dei Paesi nel mon do sarà alle prese con i problemi legati alla pandemia e alle sue conseguenze, anche sul piano economico. Per questo, Israele pensa bene di sfruttare l'occasione per poter rubare ai Palestinesi anche il resto della terra di cui già si erano impossessati a partire dal 1948 e negli anni successivi, in modo da creare un status quo post epidemia che venga accettato come normale anche dal resto della comunità internazionale, oltre che dagli Stati Uniti. 

Un piano cinico e ben studiato. Andrà in porto?

Mercoledì, Gantz ha rilasciato una dichiarazione in cui faceva sapere che non sarebbe stato disposto ad accettare qualsiasi accordo pur di far partire l'esecutivo. A fare da ostacolo al progetto - pare - sarebbero questioni legate alla gestione della giustizia. Netanyahu e il Likud hanno risposto parlando di stupore e passi indietro... ma tutto sembrerebbe dover essere riconducibile alle solite trattative da suk per ottenere o credere di aver ottenuto qualcosa di più del proprio alleato.

Di certo, se il governo Netanyahu Gantz dovesse andare in porto con l'annessione di parte della Cisgiordania, è chiaro che si aprirebbe un ulteriore fronte di instabilità nella politica internazionale che, considerando le tensioni che seguiranno alle crisi economiche post Covid, non prometterebbe certo nulla di buono per il futuro.