"Durante la conversazione odierna, c'è stata una proposta da parte degli Stati Uniti di fare un primo passo per un cessate il fuoco completo per 30 giorni, non solo per quanto riguarda missili, droni e bombe, non solo nel Mar Nero, ma anche lungo l'intera linea del fronte. L'Ucraina abbraccia questa proposta, la vediamo positivamente. Siamo pronti ad accettarla. Gli Stati Uniti d'America devono convincere la Russia a fare altrettanto. Pertanto, se anche i russi saranno d'accordo, il cessate il fuoco entrerà in vigore immediatamente".

Questo è quanto ha dichiarato Volodymyr Zelensky, al termine del colloquio a Jeddah, in Arabia Saudita, tra la delegazione ucraina e quella statunitense. Durante l'incontro si è posto l'accento sul fatto che durante il cessate il fuoco si arrivi ad uno scambio dei rispettivi prigionieri di guerra, al rilascio dei detenuti civili e al ritorno dei bambini ucraini sfollati.

Le delegazioni hanno inoltre concordato di nominare i membri dei rispettivi team negoziali per avviare immediatamente i negoziati per stabilire i termini di una pace duratura che offra anche garanzie di sicurezza all'Ucraina.

Gli Stati Uniti si sono impegnati a discutere tali proposte con la Russia, mentre la delegazione ucraina ha ribadito che i partner europei saranno coinvolti nel processo di pace.

Nell'incontro è stato concordato anche di concludere il prima possibile un accordo globale per la concessione agli Stati Uniti delle risorse minerarie critiche, "al fine di espandere l'economia del Paese, compensare i costi dell'assistenza americana e garantire la prosperità e la sicurezza a lungo termine dell'Ucraina", riporta una nota congiunta in cui si fa presente anche che gli Stati Uniti revocheranno la sospensione della condivisione di informazioni di intelligence con l'Ucraina e riprenderanno la fornitura di aiuti militari, aggiungendo anche che i rappresentanti ucraini e statunitensi "hanno elogiato il coraggio del popolo ucraino nella difesa della propria nazione e hanno convenuto che ora è il momento di avviare un processo verso una pace duratura".

Inoltre, nel comunicato, si fa presente pure che la delegazione ucraina "ha ribadito la profonda gratitudine del popolo ucraino al Presidente Trump, al Congresso degli Stati Uniti e al popolo degli Stati Uniti per aver reso possibili progressi significativi verso la pace".


Che cosa c'è di concreto nell'incontro che si è tenuto a Jeddah?

A parte l'aver concesso a Washington di sfruttare le terre rare in Ucraina (senza però specificare in base a quali ritorni economici o garanzie), cosa che ha eliminato il ricatto imposto da Trump sulla fornitura di armi e di intelligence, Kiev non ha ottenuto nulla di concreto. La Russia non ha aderito ancora al cessate il fuoco e i termini per una cessazione del conflitto non sono ancora stati neppur vagamente messi sul tavolo, tantomeno le garanzie di sicurezza chieste da Zelensky.

Infine, non bisogna dimenticare che l'Europa, dopo aver supportato Kiev più di quanto abbiano fatto gli Stati Uniti, sembra pure che debba farsi carico dell'Ucraina accettandola nell'Ue, privata però di parte delle sue ricchezze che Washington si è già assicurata. E l'aspetto più grottescamente paradossale e comico della vicenda è che l'Ue abbia deciso di riarmarsi per fronteggiare la Russia, quando a minacciarla e a derubarla sono gli Stati Uniti.

È sempre più evidente che a Bruxelles non ci sono dei geni.