Si è riunita l’Assemblea Nazionale del Partito Democratico all’Hotel Parco dei Principi, a Roma. I temi dell'attualità estera relativi agli ultimi giorni hanno completamente oscurato l'interesse dei media per l'evento.

Ma anche l'evento stesso è stato risucchiato, per forza di cose, dai temi della politica estera, lasciando in secondo piano, eccetto qualche rara citazione, i temi di politica interna.

Pertanto, considerando che l'influenza dell'Italia nei fatti che si svolgono fuori dai nostri confini è pressoché marginale e, di conseguenza, quello che può dire il Partito Democratico in proposito può esser solo che autoreferenziale, va da sé che la riunione è stata solo una inutile perdita di tempo.

Che cosa ha prodotto? Ben due ordini del giorno sulla Turchia a chi possano interessare sono consultabili ai  seguenti link: odg 1, odg 2) ed una dichiarazione quasi storica di Matteo Renzi che vuol riunire a Ventotene, a fine agosto, Hollande e la Merkel: «Ho cambiato idea: l’Italia non può essere leader in Europa. Deve essere leader. L’Italia deve prendere per mano un continente che in questo momento è in difficoltà.


Noi stiamo affrontando una fase nella quale il disegno di chi ci vuole nel terrore e nel panico è molto serio e articolato. Loro vogliono che viviamo nel panico perché sanno che l’obiettivo numero uno è distruggerci e quello numero due farci vivere in una condizione di paura. Ma difendere la nostra vita non significa solo difendere il fatto che respiriamo ma vuol dire difendere ideali, valori, un modello culturale e educativo: se loro odiano lo sport o la musica, noi li amiamo di più.

Mentre qualcuno pensa di rinchiuderci in un dibattito autoreferenziale e interno, noi lanciamo da Ventotene il guanto di sfida all’Europa. Portiamo i leader europei a costruire le regioni della speranza e non della rabbia. Fuori c’è un mondo preso dal panico ma abbiamo bisogno di avere una visione per il futuro».

In pratica, non avendo più il coraggio e la faccia tosta di associare il termine futuro, immancabile nei suoi interventi, al destino degli italiani sempre più occupatissimi a  barcamenarsi con il presente, il presidente del Consiglio ha pensato di coinvolgere "personale" da altri paesi.

Ma un po' di sana polemica politica non poteva mancare, così, in veste di segretario di partito, Renzi non si è dimenticato di lanciare qualche frecciata a quello che lui ha identificato come suo acerrimo nemico, il Movimento 5 Stelle, attaccando Luigi Di Maio per una sua recente partecipazione ad un incontro a porte chiuse con alcuni esponenti di lobby economiche e finanziarie (mentre il PD queste cose non le fa!!!) e Chiara Appendino, senza citarla, dicendo che «mentre qualcuno sostiene che il Wi-Fi faccia male, noi facciamo accordi con Amazon e Apple». Il sindaco di Torino, incautamente, aveva avuto l'ardire di affermare che avrebbe rivisto l'utilizzo del Wi-Fi, per cautelare la salute pubblica, ad esempio, nelle vicinanze delle scuole. Forse un pericoloso precedente che potrebbe danneggiare i lobbisti "trasparenti" di Renzi?

E per non venir meno alla polemica, Luigi Di Maio ha pensato bene di replicare a Renzi con un post su facebook. Per chi avesse interesse a leggerlo e ad approfondire la diatriba...