Il Consiglio dei Ministri in cui si deciderà (o meno) la revoca della concessione ad Autostrade per l'Italia, società controllata da Atlantia le cui quote di maggioranza sono della famiglia Benetton, è convocato a Palazzo Chigi per le 22 di martedì 14 luglio. 

Atlantia e Autostrade hanno reso pubblica la proposta di mediazione per mantenere la concessione e consentire ad Autostrade di continuare ad operare. Il premier Conte, in una intervista a Il Fatto, ha anticipato che tale proposta non fosse soddisfacente, annunciando che per lui la concessione dovrà essere ritirata, ma che comunque sarà il Governo a decidere collegialmente.

I Cinque Stelle hanno già deciso come conferma il post odierno di Di Maio, in cui ricorda quanto il centrodestra (compreso il suo ex alleato), in passato, si sia dato da fare per favorire i Benetton...

Oggi tutti dicono di essere favorevoli a togliere il controllo di Autostrade ai Benetton. Lo dicono anche quelle forze politiche che, quando hanno potuto, si sono messe di traverso. E mi riferisco in particolare ad una forza politica: la Lega di Matteo Salvini. Dopo tante giravolte, credo sia arrivato il momento di mettere le cose in chiaro e questo post potete considerarlo un tributo alla verità.Partiamo dal salva Benetton, anno 2006. I Benetton - dati di OpenPolis, non miei - finanziano la Lega di Bossi e Salvini con 150.000 euro di contributo elettorale. Due anni più tardi si insedia come premier di nuovo Berlusconi. Il suo alleato di governo è appunto la Lega. Il 29 maggio 2008 arriva in parlamento il decreto legge numero 59, ma in quel decreto viene ficcato nottetempo l’emendamento salva Benetton. Il decreto diventa legge grazie al voto di Salvini e della Lega. L’emendamento stabiliva di allungare la concessione per i Benetton (e non solo) e, soprattutto, cancellava per il concessionario l’obbligo di effettuare verifiche rigorose sulle infrastrutture che gestiva. In pratica con quell’emendamento la Lega decise di regalare un pezzo delle nostre infrastrutture a un privato, senza nemmeno costringerli a effettuare i controlli necessari a tutela della vita e della sicurezza degli italiani. Arriviamo ora alla tragedia del ponte Morandi: 14 agosto 2018, 43 vittime innocenti. Un disastro senza precedenti, con dei precisi responsabili, i Benetton, che grazie a quell’emendamento approvato proprio dalla Lega qualche anno prima avevano trascurato la manutenzione del ponte. Anche questo non lo dico io, ma lo dicono le perizie e le indagini effettuate successivamente. Da quel preciso momento il MoVimento 5 Stelle ha assunto una posizione molto chiara. Mentre noi chiedevamo di togliere le autostrade ai Benetton, lo ricordo bene, Salvini temporeggiava e c’erano sempre un “ma” o un “però” ad ostacolare il processo. Sempre un tentennamento. I Benetton avevano nel governo un alleato su cui contare, visto che la Lega continuava a dichiarare di non voler procedere con la revoca, mentre noi facevamo il possibile per fare giustizia. Dopodiché sapete tutti com’è andata. Ricorderete il Papeete e i mojito di qualcuno. Il passato fortunatamente ora è alle spalle. Ma trovo falso e ipocrita che oggi sia proprio Salvini a chiedere giustizia, definendoci ridicoli e bugiardi. Io posso dire che abbiamo sempre detto che i Benetton non avrebbero ricostruito il nuovo ponte di Genova. E così è stato. Abbiamo sempre detto che bisognava togliere ai Benetton la gestione di autostrade. E questo nuovo governo, oggi, sta lavorando per raggiungere quest’altro obiettivo. È un bene che il presidente Conte stia curando il dossier con tanta attenzione, abbiamo massima fiducia nelle sue parole. Il dolore delle famiglie delle 43 vittime del crollo del ponte Morandi è ben impresso nella mente di ognuno di noi. Ed è impossibile dimenticarselo. Andiamo avanti per loro.


Mentre il Partito Democratico non si è espresso sulla revoca in un senso o nell'altro, lo ha fatto invece Italia Viva di Renzi che, immancabilmente ha scelto una posizione in contrapposizione con quella dei 5 stelle. Inutile dire che se i 5 Stelle non avessero chiesto la revoca della concessione, allora sarebbe stato lo stesso partito di Renzi a farlo... ormai questa è la situazione.

Comunque, Renzi giustifica così la sua scelta...

Questione Autostrade. I populisti chiedono da due anni la revoca della concessione. Facile da dire, difficile da fare. Perché se revochi senza titolo fai un regalo ai privati, ai Benetton, ai soci e apri un contenzioso miliardario che crea incertezza, blocco cantieri, licenziamenti. Questa è la verità. A dire la verità si perdono forse punti nei sondaggi, ma si salvano le nuove generazioni da miliardi di debiti.La strada è un’altra. Se proprio lo Stato vuole tornare nella proprietà, l’unica possibilità è una operazione su Atlantia con un aumento di capitale e l’intervento di CDP. Operazione trasparente, società quotata, progetto industriale globale. Non ci sono alternative serie e credibili. Il populismo urla slogan, la politica propone soluzioni.


Ma anche i principali partiti di opposizione, mantengono sulla questione un approccio cauto. Mentre Meloni rinuncia ad eseprimersi, almeno pubblicamente, Salvini lo fa in questi termini...

Autostrade. Se il parere legale lo motiva e lo giustifica, si revochi e finalmente si riparta. Si è già perso troppo tempo a causa dei litigi e delle incertezze del governo, ci sono milioni di italiani in coda ogni giorno, ci sono 15 miliardi di investimenti e manutenzioni fermi. Autostrade, Ilva, Alitalia, gronda di Genova, Mes, riforma della giustizia, taglio delle tasse, riapertura delle scuole: il governo non decide niente e l’Italia è ferma.


Questo è lo scenario politico con il quale il Governo affronterà stasera la vicenda. Ma più importante sarà anche come Conte e i suoi ministri terranno conto delle conseguenze economiche, e delle ricadute (anche in termini di credibilità internazionale) sugli investitori. Un aspetto che ci ha ricordato Il Sole 24 Ore*...

Secondo l'ad di Atlantia, la revoca della concessione ad Autostrade avrebbe un impatto di default su Aspi perché mancherebbero le risorse per il ripagamento di quasi 10 miliardi di debito complessivo. A cascata l'impatto si ripercuoterebbe sul ripagamento di 9 miliardi di debito di Atlantia (che controlla l'88% del capitale di Autostrade per l'Italia ed è garante inoltre di circa 5 miliardi di debito della controllata).L'ammontare di debito complessivo in default (oltre 19 miliardi) - è facile immaginare - avrebbe serie conseguenze sui mercati obbligazionari e bancari europei visto che la maggior parte del debito è rappresentato da titoli quotati detenuti da grandi investitori di debito internazionali (ad esempio la edesca Allianz per 800 milioni), oltre che da grandi istituzioni finanziarie europee (come Banca Europea per gli Investimenti) e italiane (come Cassa Depositi e Prestiti, Banca Intesa, Unicredit,…), oggetto anche di prestiti LTRO della Banca Centrale Europea.Inoltre, sartebbe a rischio anche un prestito obbligazionario retail (per 750 milioni) detenuto da circa 17.000 piccoli risparmiatori italiani. Lo scenario, ovviamente, sta avendo già ripercussioni sul titolo di Atlantia che è tra le blue chips della Borsa Italiana e conta 40mila azionisti fra cui il fondo sovrano di Singapore GIC (8,1% del capitale), la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino (4,8% del capitale) e, con quote minori, investitori istituzionali internazionali (prevalentemente società di gestione di USA, Gran Bretagna, Francia, Germania e Australia).

* Fonte: www.ilsole24ore.com/art/autostrade-atlantia-19-miliardi-debiti-rischio-default-caso-revoca-AD6ch6d