Francesco Nicotera sollecita una riflessione sullo stato attuale dell'informazione con una proposta innovativa: abbandonare i funesti telegiornali tradizionali per un'informazione sana, libera e intelligente

È stato dimostrato con elettroencefalogramma come gli abusi e le violenze verbali possano danneggiare il cervello in modo più o meno permanente. Non si può mai sottolineare abbastanza l'importanza delle norme legali, sociali ed etiche che vietano gli insulti e i comportamenti verbali offensivi. Si tratta di tutelare l’integrità psichica.

 

Che dire invece delle cacofonie, dei suoni e delle musiche sgradevoli? Un esempio notevole è quello della sigla del Telegiornale di Rai 1. Un abuso uditivo. Forse un tentativo ben riuscito di preparare il cervello di chi ascolta ai contenuti altrettanto abusivi che introduce. La composizione di Egidio Storaci, che a suo tempo ha sfiorato il plagio di una canzone messicana, non sarebbe poi tanto male nel suo insieme. Ma che dire dell’estratto usato come sigla del TG1? Si riduce a un motivetto distorto e sgraziato, offensivo dell’armonia musicale. Nel corso degli anni ci sono stati vari tentativi di renderlo più gradevole. Senza successo. La soluzione è soltanto una: sostituirlo - finché il telegiornale esisterà ancora come prodotto dato in consumo al pubblico passivo - o eliminarlo.

Ci sono esempi felicissimi di sigle che si ascoltano in Rai, tra tutte la gradevolissima "Sinfonia per un addio" dei Rondò Veneziano usata nella Videosigla dello 'Speciale TG1' e il geniale e sopraffino "Te Deum H. 146" di Marc-Antoine Charpentier, usato come sigla dell’Eurovisione.

 Per assurdo viene da chiedersi: l’obbrobrio uditivo dell’estratto della composizione di Storaci resiste nel tempo per il suo essere calzante con gli infelici contenuti che introduce?

Il problema è più radicale. I telegiornali di tutti i canali televisivi a livello mondiale, senza entrare nel merito della scorretta parzialità dei contenuti, nell’era dell’intelligenza artificiale, non hanno ragione di esistere.

Che dire poi dei lettori di notizie ai quali viene affidata la conduzione? Professionisti, gente preparata, questo è fuori discussione. Ma altrettanto fuori discussione è doversi sorbire la lettura di notizie in video, con l’inevitabile piano ravvicinato della faccia del caso del lettore. Proprio così, faccia di caso, senza generare equivoci o non sia mai insultare: la faccia di circostanza di chi deve metterci la faccia mentre porge notizie sempre più nefaste. Nel tempo abbiamo visto lettori di telegiornali in coppia, seduti uno accanto all’altro. Mezzobusto e anche in piedi. Alla faccia di caso, si è a volte associato uno spettacolino ilare, come quello dell’inarrestabile risata che la notizia, per fortuna qualche volta leggera, ha generato nel lettore della notizia. Per non citare l’ilarità del rumore della scorreggia nel vivo della notizia. E tanti altri siparietti.

 

Ci sarebbe un solo modello ancora proponibile, se proprio non si riuscisse a fare a meno del lettore di notizie in video. Viene in mente il giornalista Franco Martelli. Solo lui, in piedi, più propriamente in punta di piedi, con la sua delicatezza, raffinata intelligenza, competenza e preparazione è riuscito a dare decoro al telegiornale. Immenso, inarrivabile. Irripetibile.

Il problema è più serio di quanto si possa pensare. Si tratta dell’imposizione di una scaletta ripetitiva, sempre più intrisa di orrori, data in pasto a pranzo e a cena al pubblico passivo. Immagini di guerra sempre più cruente, perfino mentre accadono! Basta! È giuto il momento di dire basta! Il danno sui giovanissimi, giovani e meno giovani è gravissimo. Viene in mente il brano dei Black Eyed Peas. Alcune strofe, di seguito, rendono magistralmente l’idea di una realtà che non cambia ed è sempre peggiore. *“What's wrong with the world, mama? People livin' like they ain't got no mamas.”* "Cosa c'è che non va nel mondo, mamma? Le persone vivono come se non avessero mamme." *“People killin', people dyin' Children hurt, hear them cryin'”* "Le persone uccidono, le persone muoiono, i bambini soffrono, li senti piangere." *“I think the whole world's addicted to the drama Only attracted to things that'll bring you trauma.”* "Penso che tutto il mondo sia dipendente dal dramma, attratto solo da cose che ti porteranno trauma." *“Negative images is the main criteria Infecting the young minds faster than bacteria Kids wanna act like what they see in the cinema, yo'...”* "Le immagini negative sono il criterio principale, infettano le menti giovani più velocemente dei batteri. I ragazzi vogliono comportarsi come ciò che vedono al cinema, yo'..."

La soluzione c’è per fortuna. È il diritto di essere informati nel modo in cui si desidera. L’intelligenza artificiale ci viene in aiuto. Utilizzando l’intelligenza artificiale potrò scegliere i contenuti che voglio, quando voglio e come voglio. Mi faccio il tiggi’ [sento un rumore fragoroso di applausi, il fenomeno si chiama autocompiacimento!] come mi pare e piace! Sceglierò un alter-ego digitale, gli darò il corpo e la voce che voglio! Il mio oppure quelli di un parente, di un amico, di un membro della famiglia, del mio personaggio celebre preferito, uomo o donna. Basterà fornire una foto e un campione di quella voce.

I contenuti li selezionerò dalle Agenzie di Stampa. Sceglierò l’agenzia di stampa che voglio. Ma a differenza di quello che fanno i direttori dei funesti telegiornali attuali, sarò io a filtrare i contenuti delle notizie: durata, genere... soprattutto, sempre aderendo alla realtà e senza banalità, sceglierò NO alle scene di violenza!

Qualcuno si chiede: aumenteranno i rischi di fruizione e  diffusione di notizie false? La risposta è no, nella misura in cui la notizia dell’agenzia di stampa non sia falsa. Ma dovrò fare questa procedura tutti i giorni? La risposta è di nuovo no. Una volta impostate le preferenze, si potrà scegliere di ripeterle ogni giorno, con l’aggiornamento automatico dei contenuti delle notizie e con i criteri stabiliti fino a quando non si decida di cambiarli.

È importante notare che il videonotiziario personale intelligente © che si è creato è accessibile da qualsiasi dispositivo, dai telefoni cellulari in primis e non soltanto dal televisore di casa. Gli smartphone, come tanti lecchini anglofili preferiscono chiamare i telefoni cellulari intelligenti, sono un’appendice dell’uomo. Senza cadere nell’errore di voler imporre la propria volontà sugli altri e a tutela della libertà personale essenziale, si potrà inviare il “proprio videonotiziario personale intelligente” a un amico o a chiunque tramite le applicazioni sociali di messaggistica. Il ricevente non ha nessun obbligo di accedere al contenuto, libero di ignorare il messaggio con il suo contenuto e di cancellarlo.

La proprietà intellettuale di questa novità è dello scrivente e questo pezzo ne fa fede. La palla passa ai costruttori di televisori intelligenti. Adesso che avete ricevuto le linee guida, iniziate a dotare i vostri prodotti di questa modalità intelligente di fruire dell’informazione.

E gli anziani come faranno? Il concetto di anziano è relativo. C’è solo da distinguere tra cervello senile sano o malato. I nonni e le nonne hanno imparato a usare tablet e computer. I soggetti in età più avanzata, saggi, preferiscono il giornale radio e si risparmiano le scene violente, orripilanti dei telegiornali. Neanche per loro sarà difficile premere quattro bottoni del telecomando. Nessuna operazione complessa. Non occorre conoscere i linguaggi di programmazione. In altri casi ci penseranno i figli, i nipoti, i/le badanti. Sarà un modo utile per tenere in allenamento il cervello e ritrovare il piacere delle notizie.

Dopo questo articolo i telegiornali scompariranno dai palinsesti televisivi. Il risparmio in termini di costi e di risorse umane sarà enorme. Il desiderio di essere informati, questo, non si estinguerà mai. Prendono vita le – mie - nuove parole che con modestia consegno al lettore intelligente, in ogni luogo del mondo: videonotizia personale intelligente ©, videonotiziario personalizzato intelligente ©, videoinformarsi in modo intelligente ©, tenersi videoinformato in modo intelligente ©. Telegiornale è una parola del passato. Soltanto l’uomo pigro e passivo resisterà alla novità, ancora per qualche tempo. Buona videoinformazione personale intelligente © a tutti!

 Francesco Nicotera