Negli ultimi anni, il panorama cinematografico ha assistito a una trasformazione sorprendente: le imponenti attrezzature di ripresa hanno lasciato spazio a dispositivi compatti e leggeri, con lo smartphone che si è affermato come una vera e propria cinepresa. Incredibilmente, questo strumento quotidiano è diventato protagonista nelle mani di registi audaci, aprendo orizzonti inesplorati per la creatività. Non si tratta più solo di esperimenti o brevi cortometraggi: veri e propri lungometraggi, acclamati nei festival di tutto il mondo, lodati dalla critica, amati dal pubblico e distribuiti nelle sale cinematografiche, sono stati realizzati con uno smartphone.
Questa evoluzione ha scosso profondamente non solo le metodologie di produzione cinematografica, ma anche la concezione stessa di cosa significhi fare un film. Se un tempo realizzare un'opera richiedeva un dispiegamento di troupe numerose, attrezzature costose e un'imponente logistica, oggi è possibile narrare storie intense e visivamente potenti con un dispositivo che letteralmente sta nel palmo di una mano.
Questo cambiamento ha offerto a innumerevoli filmmaker indipendenti, ma anche a registi affermati, l'opportunità di riscoprire un approccio più essenziale, immediato e autentico alla narrazione visiva. La democratizzazione del mezzo ha favorito l'emergere di opere che non solo sfidano le convenzioni produttive tradizionali, ma che riescono a distinguersi grazie a una prospettiva più intima e spesso più vicina alla realtà.
Ma chi sono questi pionieri del "cinema mobile"? Quali film hanno creato? E soprattutto, quali motivazioni li hanno spinti a scegliere un iPhone o uno smartphone come strumento di ripresa, quando avrebbero potuto accedere a tecnologie ben più sofisticate? Da Steven Soderbergh a Sean Baker i registi, i film e le ragioni che si celano dietro alcune delle opere più sorprendenti nate da questa nuova e affascinante frontiera del linguaggio cinematografico...