Da alcuni giorni, il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, dichiara categoricamente che l'Iran è il responsabile diretto degli attacchi ai due impianti petroliferi sauditi, colpiti e in parte danneggiati lo scorso fine settimana.

A supporto della sua affermazione, finora, Pompeo aveva mostrato delle foto dei danni subiti dalle infrastrutture saudite. Come ciò potesse dimostrare la responsabilità diretta di Teheran nell'attacco rivendicato dai ribelli yemeniti Houthi era un mistero.

Mistero che però ha provato a chiarire il portavoce del ministero della Difesa saudita, colonnello Turki al-Malki, in un conferenza stampa che si è tenuta oggi a Riad.

Il portavoce militare saudita ha dichiarato che l'attacco contro l'impianto petrolifero di Abqaiq è stato effettuato utilizzando 18 droni e tre missili da crociera, mentre altri quattro missili hanno colpito il giacimento di greggio a Khurais.

Alla stampa sono stati mostrati resti che dovrebbero appartenere a droni e missili iraniani. E che l'Iran produca le armi di cui sono stati mostrati alcuni resti lo testimonierebbero anche i dati recuperati dai computer di bordo di uno dei droni.

Ma la prova principale che può inchiodare l'Iran è da dove i droni e i missili sono stati lanciati. Secondo il ministero della Difesa saudita la traiettoria dei droni e dei missili indicava che la loro provenienza era il nord.

Come è stato dimostrato? Non è stato dimostrato. Non solo, il colonnello Malki ha dichiarato che al momento non è possibile conoscere la località da cui sono stati lanciati.

Gli iraniani negano il loro coinvolgimento negli attacchi agli impianti petroliferi sauditi, affermando anche di essere pronti a rispondere a qualsiasi attacco.

Il portavoce militare dei ribelli Houthi, Yahya Sarea, ha ribadito che gli Houthi sono i responsabili degli attacchi elencando la tipologia di droni e missili in loro possesso e che sono in grado di gestire autonomamente.

Trump, però, è comunque poco convinto nel farsi coinvolgere in un nuovo conflitto in medio oriente, specialmente all'inizio della campagna per le presidenziali, ed ha annunciato di aver dato mandato al segretario al Tesoro di inasprire le sanzioni contro l'Iran, pur non dicendosi contrario ad un attacco nel caso questo gli venisse indicato come inevitabile.