Secondo quanto anticipato da Repubblica, il CIO, il Comitato Olimpico Internazionale, il prossimo 27 gennaio prenderà una decisione incredibile per quanto riguarda l'Italia.
Il CIO sospenderà il Coni e gli italiani che parteciperanno alle Olimpiadi di Tokyo 2020, che si dovrebbero svolgere dal prossimo 23 luglio (rimandate di un anno a causa della pandemia), non gareggeranno sotto la bandiera del nostro Paese, in pratica sarebbero apolidi.
Il motivo? La riforma del Coni voluta, durante il primo governo Conte, dalla Lega di Matteo Salvini, in particolare da Giancarlo Giorgetti, segretario del Consiglio dei ministri a cui era stata assegnata la delega allo sport, oltre che al CIPE, all'attuazione programma di governo, alle politiche spaziali ed aerospaziali ed alle scommesse sportive.
Una riforma molto contestata al tempo dallo stesso presidente del Coni, Giovanni Malagò, che aveva denunciato la sostanziale perdita di autonomia del Comitato Olimpico nazionale.
Un problema che era stato sollevato perché la nuova organizzazione è in contrasto con quanto indicato nella Carta Olimpica, come già aveva ricordato il presidente del CIO, Thomas Bach, in due lettere inviate al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e rimaste senza risposta.
Se una sorta di miracolo, che potrebbe essere rappresentato da un decreto dell'ultim'ora da parte del Governo per risolvere il problema, non dovesse accadere, nella sostanza gli atleti italiani a Tokyo non saranno riconosciuti come tali.
Non solo. Tra le conseguenze relative alla decisione del CIO vi sarebbe anche il blocco dei finanziamenti all'Italia, che arrivano tramite i Comitati Olimpici. Inoltre, ci sono in ballo anche le olimpiadi invernali di Milano-Cortina, che l'Italia ospiterà nel 2026. Non è chiaro quali conseguenze potrebbero esserci per quella manifestazione.
In attesa delle dichiarazioni dei "responsabili" di quanto sta per accadere, questo è stato il commento dell'ex presidente del Coni, Gianni Petrucci, a Radio anch'io Sport:
"Non credo che il CIO abbia già deciso, ma è veramente grave. Siamo alla vigilia del 27 e i casi sono due: o non c'è la volontà o non c'è l'autorità. Siamo arrivati a un punto in cui il primo Comitato olimpico del mondo, con l'Italia G6 come risultati sportivi, deve essere umiliato e non è ancora stata data la completa autonomia al Coni, non so cosa costi".