La Coppa del Mondo di calcio che si è conclusa domenica scorsa in Qatar è stata un assurdo, ma dal punto di vista dello spettacolo e della qualità del gioco espresso dalle squadre che vi hanno partecipato è stata un successo.


L'assurdo è stato assegnare il torneo ad un Paese che non ha una tradizione calcistica, che non aveva infrastrutture calcistiche e che, in tema di diritti e libertà ha più di un problema.

Il Qatar ha una popolazione di meno di 2,9 milioni di abitanti e gli stadi in cui si è giocata la Coppa del Mondo sono stati realizzati nel raggio di una cinquantina di chilometri. Da questo punto di vista, nonostante le preoccupazioni per le infrastrutture di ricezione e collegamento sul fatto che riuscissero a sostenere in un mese gli arrivi di decine di migliaia di tifosi provenienti da tutto il mondo, la manifestazione è stata un successo.

Come ha spiegato il presidente della Fifa, "in un’edizione normale, in una singola città, di solito si ritrovano i tifosi di due nazionali, non di più. In Qatar, in un’area molto limitata come estensione, sono stati rappresentati ben 32 Paesi, senza contare i fan che sono venuti a godersi il Mondiale nonostante la loro nazionale non si fosse qualificata".

Ma nonostante ciò, tutto si è svolto per il meglio.


Un successo, però, che poggia le sue fondamenta sulla morte di migliaia (!!!) di migranti fatti arrivare ad hoc da Paesi poveri, che sono stati costretti a lavorare in condizioni di quasi schiavitù, senza garanzie minime di sicurezza. E quelli che potremmo definire "sopravvissuti" denunciano di esser stati mal pagati oppure di non aver neppure ricevuto un salario... solo promesse. 

Poiché quanto sopra accennato sono da considerarsi fatti e non voci, l'ombra che ha oscurato questa edizione della Coppa del Mondo non si è mai diradata, tutt'altro... nonostante gli sforzi di Fifa e organizzatori di voler minimizzare quanto accaduto, cercando di focalizzare l'attenzione degli spettatori solo sulle partite di calcio.

Inoltre, non poco imbarazzo hanno suscitato i divieti di far uso di alcol al di fuori di luoghi stabiliti o di esibire certi simboli, perché in contrasto con la religione musulmana. E ultimamente si è aggiunto lo scandalo di una possibile corruzione da parte del Qatar nei confronti di alcuni deputati dell'europarlamento, pagati per sostenere che in quello Stato venivano rispettate le libertà, i diritti umani e i diritti dei lavoratori.


Un altro aspetto che lasciava perplessi è il periodo dell'anno in cui l'evento si è svolto. Già adesso le temperature in Qatar arrivano a sfiorare i 30 gradi, figuriamoci in estate. Sarebbe stato impossibile giocare a calcio tra luglio e agosto. Invece, il mondiale disputatosi in questo periodo dell'anno è stato tecnicamente uno tra i migliori di sempre. 

Il motivo è semplice. I calciatori erano nel pieno della forma e si è visto. In estate, a fine campionato, sono ormai spremuti e stanchi e l'estate non aiuta a recuperare le energie. Pertanto, quella che a prima vista sembrava un'assurdità, si è rivelata una novità che, in teoria, non sarebbe sbagliato riproporre anche per le prossime edizioni. Resta da vedere quale sarà stato l'impatto sui calciatori quando a gennaio riprenderanno i campionati di calcio.

Il pallone d'oro di miglior giocatore del torneo è andato a Leo Messi. La Scarpa d'oro come miglior realizzatore è andata a Kylian Mbappe, mentre il Guanto d'oro come miglior portiere lo ha vinto l'argentino Emiliano Martinez. E sempre della nazionale argentina è anche colui che è stato indicato come miglior giovane: Enzo Fernandez.



Crediti immagine: twitter.com/BayernLM10/status/1604577277177925632