Abbiamo intervistato per Fai Informazione il Dottor Gregorio Scribano, esperto in comunicazione e social media, sempre attento alle problematiche economiche e sociali del Paese, con lui ci siamo intrattenuti per discutere del bilancio del governo Meloni al termine del 2024, dopo due anni di permanenza a Palazzo Chigi.
Dottor Scribano qual è la sua opinione generale sull'operato dell'attuale governo dopo due anni di legislatura?
Purtroppo, il bilancio del governo Meloni per il 2024 è decisamente negativo per gli interessi della gente comune e del ceto medio. Le tasse come le ritenute in busta paga e poi Imu, spazzatura, acqua, luce, gas e benzina sono rimaste immutate, mentre il costo della vita è aumentato senza che gli stipendi siano stati adeguati di conseguenza. Il ceto medio è stato trascinato, ad onor del vero non solo dall'attuale esecutivo ma anche dall'operato dei precedenti governi, sulla soglia della povertà. Lo Stato considera lavoratori e pensionati come un bancomat, mentre evasori ed elusori continuano impunemente a sottrarre alle casse dell'erario ben 100miliardi di euro l'anno, pari a quattro manovre finanziarie!
Quali sono stati i principali problemi riscontrati in ambito economico?
Uno dei problemi principali è che le buste paga dei lavoratori dipendenti non hanno registrato quell'aumento che avrebbe dovuto riportarle a competere con la retribuzione media di tutti gli altri lavoratori europei. I prezzi al consumo sono triplicati e gli stipendi sono rimasti fermi al palo. Il taglio del cuneo fiscale, approvato in finanziaria con squilli di tromba del governo, non serve neppure a coprire la metà del caro prezzi. E poi la riforma Fornero che non è stata abrogata, come promesso in campagna elettorale dalla Meloni e dai suoi alleati di governo: per cui l'età pensionabile sta gradualmente salendo ben oltre i 67 anni; per contro, l'assegno previdenziale netto è diminuito a causa del sistema contributivo. Insomma, in Europa i nostri lavoratori e pensionati sono il fanalino di coda: ultimi in tutto! Questo ha creato un forte malcontento tra i lavoratori e i pensionati.
E per quanto riguarda i servizi pubblici come sanità, giustizia, sicurezza, scuola, immigrazione, infrastrutture e trasporto pubblico?
Purtroppo, anche in questi settori non ci sono stati miglioramenti significativi, tutt'altro. Le criticità presenti prima del governo Meloni sono rimaste invariate, e il tempo che passa senza soluzioni e rimedi aggrava ulteriormente la situazione.
In conclusione, cosa pensa che dovrebbe fare il governo per migliorare la situazione?
È necessario un cambio di rotta immediato. Il governo deve adottare misure concrete per ridurre il costo della vita, adeguare gli stipendi al reale costo della vita, riformare il sistema pensionistico e migliorare i servizi pubblici. Solo così si potrà rispondere alle esigenze della gente comune e del ceto medio.
Grazie per la sua analisi, Dottor Scribano. Da quanto ci ha detto, emerge una visione piuttosto critica dell’operato dell’esecutivo. Come pensa che queste problematiche possano influire sul consenso del governo tra i cittadini?
È inevitabile che un’azione di governo percepita come lontana dai problemi quotidiani delle persone generi un calo di consenso. Le famiglie italiane sono oppresse da costi crescenti e da un’incertezza economica che si riflette negativamente sulla fiducia nei confronti delle istituzioni. Se il governo non cambierà direzione, potrebbe trovarsi ad affrontare una crisi di fiducia significativa.
La comunicazione politica del governo sembra puntare molto sulla narrativa della "difesa degli interessi nazionali". Questo approccio può ancora funzionare nonostante le difficoltà interne?
La comunicazione basata su una narrativa forte può avere un impatto temporaneo, ma alla lunga la realtà dei fatti ha il sopravvento sulla 'propaganda'. Gli italiani giudicano i governi principalmente in base alla loro capacità di migliorare le condizioni di vita. Se i risultati concreti non arrivano, anche il messaggio più convincente perde efficacia.
Uno degli aspetti che ha toccato è l’assenza di miglioramenti nei servizi pubblici. Cosa pensa che manchi nella strategia del governo per affrontare queste criticità?
Manca una visione sistemica. La sanità, la giustizia, l'istruzione e le infrastrutture richiedono investimenti strutturali e riforme coraggiose, ma anche un dialogo aperto con tutte le parti interessate. Finora, l'approccio è stato frammentato e poco incisivo, senza interventi significativi per superare le inefficienze croniche.
Crede che ci sia ancora tempo per invertire la rotta?
Il tempo c’è, questo governo ha ancora davanti a sè tre anni di legislatura, ma le decisioni vanno prese con urgenza e con una chiara priorità: rimettere al centro le persone. Una politica che ascolta i cittadini, che è inclusiva e che guarda al futuro con investimenti intelligenti può fare la differenza. Tuttavia, ogni mese che passa senza cambiamenti concreti rende il compito più arduo.
Un’ultima domanda: vede segnali di cambiamento nell’opposizione? Potrebbe proporre un’alternativa credibile?
L’opposizione deve ancora dimostrare di saper proporre soluzioni concrete e realizzabili, piuttosto che limitarsi a criticare. Una proposta alternativa credibile richiede competenza, visione e la capacità di comunicare in modo efficace con i cittadini. Se saprà fare questo, potrebbe rappresentare un’alternativa concreta nel panorama politico italiano.
La ringraziamo, Dottor Scribano, per la sua analisi chiara e puntuale. Speriamo che le sue osservazioni possano stimolare un dibattito costruttivo.
Grazie a voi per l’opportunità. Spero davvero che si possa aprire un dialogo più ampio per affrontare le sfide che il nostro Paese deve affrontare. Buon anno a voi tutti e alle vostre famiglie.