Dal settembre del 2019 giace al Senato una proposta di legge per l'abolizione del minimo imponibile per il versamento dei contributi dovuti alle gestioni previdenziali degli artigiani e degli esercenti attività commerciali.

Infatti la contribuzione INPS per artigiani e commercianti funziona in questo modo.

Ai lavoratori viene applicata una aliquota di circa il 24% sul reddito per i contributi INPS ma con un minimale. In pratica il reddito minimo su cui applicare l'aliquota è di circa 16.000€, quindi anche chi ha fatturato 0€ è tenuto a pagare circa 3850€ /anno di contributi INPS.

Naturalmente ciò non facilità l'apertura di nuove piccole imprese che, in particolare in questo tempo di crisi, si ritrovano già dal primo giorno con un rosso di quasi 4000€.

Inoltre non è coerente con il trattamento di altri lavoratori a partita IVA, i liberi professionisti iscritti alla gestione separata INPS, che pagano solo sul reddito effettivo. Infine ricordiamo che l’articolo 53 della Costituzione stabilisce che: "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva" ... "Il sistema tributario è informato a criteri di progressività".

Speriamo che i Senatori: PUGLIA, GAUDIANO, ORTIS, RICCARDI, DONNO, ANGRISANI, LANNUTTI, VANIN, FENU, VONO, PRESUTTO, GIANNUZZI, NOCERINO e TAVERNA, firmatari del disegno di legge, continuino a portarlo avanti.