Oggi si vota sul referendum cosiddetto sulle trivelle che, in realtà, chiede agli italiani, tutti e non solo a quelli delle regioni promotrici come erroneamente è stato fatto intendere anche da importanti organi di informazione, se abrogare o meno la norma dell'ultima legge di Stabilità che consente alle società petrolifere di estrarre gas e petrolio entro 12 miglia dalla costa, senza dover richiedere il rinnovo delle concessioni, sino all'esaurimento dei giacimenti.

Come è evidente, con questa norma il governo Renzi ha permesso di eludere l'obbligo della messa in sicurezza delle piattaforme una volta che il giacimento sia stato sfruttato con un risparmio enorme per le compagnie petrolifere, senza tener conto dei danni ambientali di questa decisione.

Questi i risultati dell'affluenza al voto alle ore 12, rilasciati dal sito del ministero dell'Interno. La media dei votanti sulla quasi totalità degli 8.000 comuni è pari all'8,32%. La prossima rilevazione sarà comunicata alle ore 19.
Il voto potrà essere espresso solo oggi, fino alle ore 23.

Perché il risultato del referendum possa essere considerato valido, è necessario che al voto partecipino il 50% degli aventi diritto, più uno. Considerando che l'affluenza alle elezioni politiche, amministrative ed europee è calata paurosamente  negli ultimi anni  raggiungendo percentuali che vedono l'astensionismo di quasi metà degli elettori, è probabile che il referendum odierno non raggiunga il quorum.

Possibilità auspicata dallo stesso premier Renzi che ha invitato gli italiani a non partecipare al voto, inviando, a tal proposito anche messaggi fuorvianti e falsi sulle conseguenze occupazionali ed economiche che l'abrogazione della legge avrebbe sul paese.

Da ricordare, infine, che il referendum avrebbe potuto essere accorpato con le prossime elezioni amministrative in modo da ridurne i costi. Il Governo ha escluso questa possibilità con un aggravio di alcune centinaia di milioni di euro sui conti pubblici.