Questo diceva Giorgio Almirante nel 1983: "Per assicurare stabilità politica occorre che il capo del governo non sia tratto fuori dal forcipe della partitocrazia, ma venga nominato direttamente dal presidente della Repubblica. E perché quest'ultimo possa farlo occorre che a sua volta non sia servo della partitocrazia, ma venga eletto direttamente dal popolo. Ecco i lineamenti di una Repubblica presidenziale moderna".

Queste sono le radici politico-culturali di Giorgia Meloni, quelle del fascistissimo Movimento Sociale Italiano. A queste radici fa riferimento l'attuale premier per il varo delle sue norme.

E per chi non lo sapesse anche il cosiddetto atlantismo, che dimostrerebbe che Meloni non sia una (post) fascista, è in realtà una svolta missina che risale ai tempi della segreteria di Arturo Michelini, che al V congresso del partito nel novembre del '56 accettò l'Alleanza Atlantica e propose l'anticomunismo come misura di qualsiasi evento della politica internazionale: era il vestito buono fatto indossare al partito con l'obiettivo di farlo entrare a pieno titolo nel cosiddetto arco costituzionale, permettendogli di concorrere per posizioni di governo.

Meglio soprassedere su cosa ha significato per l'Italia il buon rapporto tra MSI e Stati Uniti, perché bisognerebbe ripercorrere il periodo golpista e stragista che ha caratterizzato il nostro paese fino ai primi anni '80.

Il MSI, salvo una brevissima parentesi, non è mai arrivato ad essere partito di governo e mai ha guidato il paese... in passato. Adesso, la sua riproposizione in replica rappresentata da Fratelli d'Italia è il partito di maggioranza e governa (a bacchetta) l'Italia e gli altri partiti della coalizione. I (post) fascisti di oggi pretendono di farsi chiamare conservatori, ma sono solo i missini di ieri che si sono assegnati una nuova etichetta e, rispetto al passato, fanno il saluto romano solo quando nessuno li vede. Per il resto... è un ritorno al passato, con richiami persino al ventennio.

Per spiegarsi lo spoils system meloniano, basterebbe leggersi Emilio  Lussu (Marcia su Roma e dintorni) per ricordarsi come Mussolini occupò con propri pretoriani (paragonabili a dei soldati fatti diventare generali) tutti i posti di potere e controllo del potere (financo nelle più inutili e remote amministrazioni) non appena fu nominato presidente del Consiglio. 

Da questo deriva "l'attacco alla libertà della cultura e l'idiosincrasia verso qualsiasi voce dissenziente, a maggior ragione se autorevole", come afferma Gianfranco Pagliarulo, presidente dell'ANPI: "Parlo dell'attuale governo, più precisamente del partito di maggioranza, Fratelli d'Italia, e della Presidente del Consiglio che, nonostante rocambolesche peripezie lessicali, non è mai riuscita a pronunciare la parola antifascismo. In compenso trascina in giudizio uno dei più autorevoli intellettuali del Paese [Luciano Canfora, ndr]. Evidentemente arde ancora la fiamma del Movimento Sociale Italiano che continua ad apparire nel simbolo di Fratelli d'Italia".

E con queste premesse, acquista ancor più forza l'appello per la manifestazione del prossimo 25 aprile in cui si grida "VIVA LA REPUBBLICA ANTIFASCISTA":

"La data del 25 aprile è simbolo dell'Italia libera e liberata, dopo venti mesi di Resistenza e uno straordinario tributo di sangue e di dolore. Fine dell'occupazione  tedesca. Fine del fascismo. Fine del conflitto. Si abbatteva lo Stato fascista, ma anche il vecchio Stato liberale, e si avviava la costruzione di un nuovo Stato e di una nuova società. Il 2 giugno del 1946 il popolo sceglieva la Repubblica e con la Costituzione del 1948 nasceva l'Italia democratica che si fonda sul lavoro e che ripudia la guerra.

  • Oggi tutto è in pericolo. C'è un governo che comprende una destra estrema che ha le sue radici nel ventennio fascista e nelle sue nostalgie, che per questo intende cambiare la Costituzione. Con un uomo solo (o una donna sola) al comando – il cosiddetto “premierato” - ed un Paese frantumato in tante regioni in competizione fra di loro, con diritti diversi dei cittadini – l'autonomia differenziata delle regioni -. Una destra estrema che in vari modi tende a reprimere qualsiasi dissenso, qualsiasi protesta. Una destra estrema aggressiva, vendicativa e rivendicativa. 
  • Tutto è in pericolo perché ci sono milioni di poveri, dilaga il lavoro precario, con un governo che taglia la sanità e la scuola pubblica, con l'intera Europa che rischia la recessione economica. C'è una grande solitudine sociale, il futuro viene visto come una minaccia.
  • Tutto è in pericolo perché c'è la guerra, e se ne parla spesso in modo irresponsabile, come se fosse una dura necessità o, peggio, una nuova e accettabile normalità. Mentre il mondo intero si riarma come prima dei due conflitti mondiali, si dichiara possibile una guerra convenzionale ad alta intensità in Europa. Siamo alla follia. Ha ragione il Presidente Mattarella quando sottolinea che il compito del nostro Paese è "costruire ponti di dialogo, di collaborazione con le altre nazioni, nel rispetto di ciascun popolo". 

È urgente un 25 aprile 2024 di liberazione dalla guerra. Cessate il fuoco ovunque.Diciamolo: va lanciato un allarme. Sono in discussione democrazia, libertà, uguaglianza, lavoro, solidarietà, pace, cioè la repubblica democratica fondata sulla Costituzione e nata dalla Resistenza. Questo 25 aprile non può essere come gli altri. Dev'essere il giorno in cui si ritrova nelle piazze di tutte le città, a cominciare da Milano, l'Italia antifascista e democratica, le famiglie, le donne, i giovani, il nostro grande popolo illuso e deluso, a cui va restituita una speranza vera di futuro, fatta di un buon lavoro, di una retribuzione sufficiente per una vita libera e dignitosa, di una pace stabile e duratura.Costruiamolo insieme questo 25 aprile, costruiamolo come un appuntamento straordinario a cui non si può mancare, come una insormontabile e pacifica barriera contro qualsiasi attacco alla democrazia e alle libertà.Costruiamolo insieme sventolando le bandiere del Paese migliore, la bandiera della Costituzione antifascista, la bandiera dell'Italia fondata sul lavoro e che ripudia la guerra, la bandiera di coloro dal cui sacrificio sorsero i semi di una nuova Italia.     FACCIAMO DI QUESTO 25 APRILE UNA GIORNATA INDIMENTICABILE. INSIEME.
LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI