Non è un buon segnale per i candidati repubblicani e per il presidente Trump che in 26 Stati il numero di voti già espressi per posta sia molto alto rispetto al precedente appuntamento del 2014 e che in alcuni casi abbia già addirittura superato i voti espressi alle urne nel giorno elettorale canonico, il primo martedì di novembre.

Naturalmente, si sta parlando delle elezioni di metà mandato, quelle in cui gli americani sono chiamati a rinnovare i membri del Congresso. In base alle ultime intenzioni di voto, i democratici potrebbero ottenere la maggioranza dei seggi alla Camera dei Rappresentanti, mentre rimane incerta la lotta al Senato dove i repubblicani sembrerebbero però favoriti.

Questa elezione ha dei riflessi pratici anche sull'attuale presidente Trump, non solo per testare il suo gradimento politico in relazione ad un possibile secondo mandato, ma anche perché, una volta ottenuta la maggioranza alla Camera, i democratici potrebbero avviare inchieste sull'amministrazione Trump, oltre a ostacolare, se non bloccare il suo programma di governo.

Lo stesso vale per il Senato che, però, ha anche altri poteri, come la conferma delle nomine ai seggi permanenti della Corte Suprema.

Per questi motivi, Trump sta freneticamente attraversando l'America in una serie infinita di appuntamenti elettorali per promuovere deputati, senatori e governatori repubblicani... oltre alla sua politica di repressione che, come accade anche da noi, vede i migranti come problema principale, tanto che la marcia di poche migliaia di disperati, di cui buona parte costituita da bambini, verso il confine che separa gli Stati Uni dal Messico è diventata addirittura un'invasione che dovrà essere fermata da 15mila soldati armati.

E contro la frenetica attività di Trump, i democratici oppongono Barack Obama. L'ex presidente è sceso in campo a favore dei candidati democratici soprattutto negli Stati in bilico, per provare a fare la differenza, smascherando la retorica di Trump, fondata sulla paura, l'ostilità e la divisione.

Secondo gli analisti, a far pendere la bilancia a favore dei democratici nelle prossime elezioni sarà sicuramente l'affluenza alle urne: maggiore sarà, più aumenteranno le possibilità di una loro  affermazione.

Il Partito Democratico ha segnalato a Twitter la presenza di 10mila account che si dichiaravano democratici e che inviavano messaggi invitando gli americani a non andare a votare il 6 novembre. Il social californiano ha cancellato quegli account tra fine settembre e inizio ottobre.