Il reggimento ucraino Azov, di ispirazione neonazista, non è ancora uscito di scena. Anzi è stato messo sotto i riflettori dal governo ucraino e da certa pubblicistica europea.

Non solo i suoi rappresentanti sono stati accolti a Parigi per l’anteprima del film “Slava Ukraini” del francese Bernard-Henri Lévy; non solo gli vengono dedicate pubblicità televisive per l’arruolamento, confezionate con le migliori tecniche di convincimento in stile hollywoodiano; ma Kiev ne aumenta il numero di componenti e ne allarga l’ambito di intervento.

Azov rientra ora nel recinto della Guardia Nazionale, agendo comunque in modo autonomo, e riceve dal governo notevoli benefici per i suoi aderenti, vantaggi superiori a quello che può avere un soldato dell’esercito regolare (tutto è migliore: paga, cure mediche, prospettive di carriera).

La motivazione ideologica nazionalista, l’ispirazione a simboli e idee naziste, l’ambizione e la voglia di andare all’assalto contano quindi moltissimo. E pazienza se il fondatore e leader Biletsky ha reso pubblicamente gli onori al collaborazionista ucraino del Terzo Reich, quello Stepan Bandera responsabile di crimini contro ebrei e polacchi, insieme agli altri della OUN, l’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini. Di fronte a tutto ciò in Occidente si chiudono gli occhi e si aprono i portafogli.