La speaker della Camera, Nancy Pelosi, ha lasciato Taipei mercoledì, alla fine di una visita durata 19 ore, il cui significato è stato da lei stessa riassunto nel voler confermare il sostegno del Congresso americano a Taiwan, aggiungendo anche che la reazione rabbiosa della Cina non potrà comunque impedire ai leader mondiali di recarsi nell'isola.

E la rabbia di Pechino è ulteriormente aumentata anche perché Nancy Pelosi ha posto l'accento sui diritti umani violati dalla Cina, incontrando un ex attivista di Tiananmen, un libraio di Hong Kong che era stato arrestato dalla Cina e un attivista taiwanese recentemente rilasciato da Pechino.

Le ritorsioni della Cina a seguito della visita della Pelosi? La convocazione dell'ambasciatore degli Stati Uniti a Pechino, il blocco di numerosi prodotti agricoli importati da Taiwan e un'escalation dell'attività militare nelle acque che circondano l'isola, tanto che Taiwan ha fatto decollare i  propri jet per fronteggiare  27 aerei cinesi che avevano violato lo spazio aereo.

Non solo. La Cina ha annunciato esercitazioni militari marittime "necessarie e giuste" a circa 16 km al largo di Taiwan della durata di cinque giorni a partire da giovedì.

Il ministero della Difesa cinese ha anticipatamente dichiarato di non escludere che durante tali esercitazioni le acque territoriali di Taiwan potrebbero essere violate. Una portaerei americana e alcune navi appoggio si trovano non lontano dall'isola reclamata dalla Cina.

Nel tentativo di mitigare la crisi, i ministri degli Esteri dei paesi del G7 - Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti - hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui affermano che l'escalation della Cina rischia di destabilizzare la regione, aggiungendo che non vi è alcuna giustificazione per usare una visita come pretesto per un'attività militare aggressiva nello Stretto di Taiwan.