In Italia l’automedica è classificata come un Mezzo di Soccorso Avanzato (MSA) del Sistema Sanitario di Urgenza ed Emergenza 118 ed interviene nei soccorsi più gravi o complessi affiancandosi agli equipaggi di soccorritori delle ambulanze, classificate invece come Mezzi di Soccorso di Base (MSB).

Dimensioni, pesi, equilibri, tempistiche, stress e personale devono portare l’autista di automedica ad approcciare la strada in maniera totalmente diversa rispetto a ciò che avviene sull’ambulanza. Spesso però il “come si guida l’automedica” è messo da parte. Cerchiamo di capire insieme come affrontare lo stile.
La guida di questi veicoli in molte realtà è assegnata operativamente alla figura dell’infermiere, che deve contemporaneamente gestire la check list degli zaini e delle attrezzature di bordo, ma anche conoscere il comportamento del veicolo, ivi compresa la manutenzione ordinaria e appunto il comportamento su strada in condizioni di emergenza che propriamente spetta (o meglio dovrebbe spettare) all’autista.

Un pericolo da non sottovalutare quando si approccia la guida dell’automedica viene rappresentato dall’eccessivo carico al quale spesso vengono sottoposti questi veicoli. Non si tratta di un problema relativo ad un carico oltre il limite di massa, ma piuttosto agli equilibri che influiscono la marcia su strada, soprattutto in condizioni di pioggia , neve e ghiaccio. In aiuto a questa problematica viene sicuramente l’elettronica , anche se sarebbe opportuno considerare un corretto carico che possa influire anche positivamente sui consumi di pneumatici e carburante.

La sistemazione dei “bagagli” più pesanti in prossimità dal baricentro della vettura evita infatti fenomeni quali rollio e beccheggio, che influiscono negativamente sulla sicurezza e sul comfort di guida.