Votare è un dovere civico. Ce lo dice l'art. 48 della Costituzione. Ma l'art. 48 detta solo una norma di indirizzo. Perchè, allora, da più parti si cercano appiglii giuridici per giustificare la legittimità dell'astensione quando la carta costituzionale non prevede alcun obbligo, ma solo un dovere morale di recarsi alle urne? Non basta ai sostenitori dell'astensione affermerne la legittimità senza negare che la Costituzione dà una indicazione diversa, sebbene non vincolante?  Non sarebbe meglio evitare di "piegare" la costituzione alla proprie esigenze di propaganda e ritenere non più attuale l'art. 48, essendo venute meno le ragioni che aveveno indotto i costituenti a stabilire la doverosità dell'esercizio di voto?