Il vaiolo è stata una delle malattie più devastanti della storia dell'umanità, causata da due varianti del virus Variola, la Variola maior e la Variola minor. Questa malattia infettiva si manifestava con febbre alta e un'eruzione cutanea che lasciava cicatrici permanenti e poteva portare alla cecità o alla morte. Il vaiolo è stata la prima malattia ad essere eradicata grazie a una campagna globale di vaccinazione condotta dall'Organizzazione mondiale della sanità tra il 1958 e il 1977. L'ultimo caso di vaiolo contratto in natura risale al 26 ottobre 1977 in Somalia.

Ma cosa è successo ai campioni di virus del vaiolo dopo l'eradicazione? Sono stati distrutti tutti o ne sono rimasti alcuni? E se sì, dove sono conservati e perché?

La risposta a queste domande non è semplice, perché coinvolge aspetti scientifici, politici ed etici. Dopo l'eradicazione, l'OMS raccomandò che tutti i campioni di virus del vaiolo fossero distrutti o trasferiti in due laboratori designati, uno negli Stati Uniti e uno in Russia, dove sarebbero stati conservati in condizioni di massima sicurezza e usati solo per scopi di ricerca. L'obiettivo era quello di prevenire il rischio di una reintroduzione accidentale o deliberata del virus nel mondo.

Tuttavia, non tutti i paesi seguirono questa raccomandazione e alcuni continuarono a conservare i campioni di virus del vaiolo nei loro laboratori nazionali. Si stima che almeno 10 paesi avessero ancora dei campioni di virus del vaiolo negli anni '80 e '90, tra cui Cina, India, Iraq, Iran, Corea del Nord e Pakistan. Alcuni di questi paesi dichiararono poi di aver distrutto i loro campioni, ma non ci sono prove certe che lo abbiano fatto.

Inoltre, ci sono state diverse segnalazioni di ritrovamenti accidentali di campioni di virus del vaiolo in vari luoghi del mondo. Ad esempio, nel 2014, dei dipendenti della Food and Drug Administration degli Stati Uniti scoprirono sei fiale contenenti virus del vaiolo in un magazzino abbandonato nel Maryland. Le fiale furono poi distrutte dopo aver verificato che il virus era ancora vivo.

Attualmente, si ritiene che gli unici due laboratori al mondo che conservano legalmente dei campioni di virus del vaiolo siano il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) ad Atlanta negli Stati Uniti e il State Research Centre of Virology and Biotechnology (VECTOR) a Novosibirsk in Russia. Questi due laboratori hanno continuato a condurre delle ricerche sul virus del vaiolo per diversi scopi, tra cui lo sviluppo di nuovi vaccini e antivirali, lo studio della genetica e della patogenesi del virus e la preparazione a possibili scenari di bioterrorismo.

Tuttavia, la questione della distruzione definitiva dei campioni di virus del vaiolo rimane aperta e controversa. Da un lato, ci sono coloro che sostengono che i campioni siano ancora necessari per la ricerca scientifica e per la sicurezza sanitaria globale, in caso di una riemergenza del virus dovuta a un incidente o a un attacco deliberato. Da un altro lato, ci sono coloro che ritengono che i campioni rappresentino un rischio inaccettabile per la salute pubblica e che la loro distruzione sia un dovere etico e morale nei confronti delle vittime del vaiolo e delle generazioni future.

L'OMS ha cercato più volte di trovare un accordo tra le due posizioni e ha fissato diverse scadenze per la distruzione dei campioni, ma ogni volta le ha posticipate a causa delle pressioni politiche e scientifiche: nel 2011, nel 2014 e nel 2019.