Senza specificare dove, le autorità russe della Crimea, via social, hanno comunicato che i sistemi di difesa aerea hanno respinto attacchi in diverse aree della penisola nelle prime ore di venerdì, abbattendo tutti i bersagli (13 droni) senza che questi potessero causare danni e vittime.

Ma gli ucraini hanno anche portato un attacco notturno con dei droni, stavolta via mare, alla base navale di Novorossijsk dove è stata gravemente danneggiata una nave da guerra russa. Il porto di Novorossijsk si trova sul Mar Nero, nella parte meridionale dell'oblast di Krasnodar.

L'area commerciale del porto, che gestisce il 2% dell'approvvigionamento mondiale di petrolio, esportando anche cereali, ha interrotto tutte le operazioni solo temporaneamente e il traffico marittimo è poi ripreso normalmente. Il Ministero della Difesa russo ha dichiarato in una breve nota che l'attacco ucraino con due droni navali è stato respinto nelle acque al di fuori della base e che i droni sono stati distrutti, senza fare menzione di danni.

Al contrario, una fonte dei servizi di intelligence ucraini ha affermato che l'Olenegorsky Gornyak, una nave da sbarco della Marina russa, ha subito gravi danni e non sarà in grado di prendere il mare.

Il porto di Novorossijsk è uno dei più grandi del Mar Nero, un importante terminal per l'esportazione di petrolio e prodotti petroliferi, dove opera il Consorzio per il Gasdotto del Mar Caspio, che esporta il greggio proveniente dal Kazakistan. Le esportazioni di petrolio russo e kazako da Novorossijsk ammontano mediamente a circa 1,8 milioni di barili al giorno, ovvero intorno al 2% dell'approvvigionamento mondiale di petrolio.

Quest'oggi, la Ria Novosti ha riportato una dichiarazione del sindaco della città di Sochi (circa 200 Km a sud di Novorossijsk), Alexei Kopaygorodsky, che ha fatto sapere che le misure di protezione nel porto commerciale saranno rafforzate, con particolare attenzione al complesso degli ormeggi, tenendo conto dell'esperienza di altre città portuali sul Mar Nero.

Sul fronte terrestre, si registrano continue tensioni al confine tra Bielorussia e Polonia con violazioni dello spazio aereo polacco da parte di elicotteri di Minsk e minacce di sconfinamenti da parte di mercenari della Wagner.

La Russia continua a bombardare più o meno indiscriminatamente le aree a ridosso della linea di contatto tra i due eserciti e i porti sul Danubio che sono diventati una via alternativa per il trasporto dei cereali ucraini.

Da parte ucraina, la controffensiva non sta dando frutti concreti, a causa delle linee difensive create dai russi, a partire dai campi minati. Le operazioni di sminamento, infatti, finiscono per essere solo apparenti. I carri armati dell'era sovietica trasformati ad hoc per effettuare tali operazioni riescono parzialmente nel loro intento, perché le mine sono piazzate una sopra l'altra e non riescono a farle esplodere tutte. Inoltre, i russi ricorrono a qualsiasi mezzo pur di fermare l'avanzata, nascondendo le mine anche sotto i corpi dei loro militari rimasti uccisi.

Attualmente, la controffensiva di Kiev sta creando solo un'infinità di vittime tra i militari dei due eserciti, con russi e ucraini che, di giorno in giorno affermano di aver ucciso dai 500 ai mille soldati delle forze avversarie.