Per pubblicizzare l'evento, definito pressoché epocale da Matteo Salvini, i suoi promoter da tastiera si sono dannati l'anima sui profili social del cosiddetto "capitano". Di cosa si trattava? Della presentazione ufficiale della candidata presidente alla regione Emilia Romagna.

All'appello il popolo leghista, compresi i presidenti di regione della Lega (pure quello del Veneto che in questi giorni ha altri problemi a cui pensare) è stato mobilitato per riempire un palazzetto dello sport che non può contenere più di 6mila persone.

Entusiasmo, sorrisi, baci, e pure abbracci stretti (anche se non tanto graditi) per dimostrare al popolo emiliano e romagnolo che il seguito di Salvini è tale anche nella rossa Emilia Romagna a partire dal suo capoluogo, la sua città simbolo, Bologna.

Il problema, però, è che stavolta, almeno visivamente, è accaduto l'esatto contrario. Con un flash mob organizzato via social, i bolognesi anti-Salvini si sono dati appuntamento a piazza Maggiore, capienza teorica 20mila persone, riempiendola per gran parte.

"Bologna non si lega" e "Bologna non abbocca" era scritto sui due striscioni, lunghi almeno 10 metri, alzati in piazza Maggiore dalle tante sardine (così si sono definite in auspicio al numero di coloro che avrebbero partecipato) che hanno anche mostrato i disegni di "pesci" per nulla disposti ad abboccare alle bufale promosse dalla Lega e dal suo segretario.

L'obiettivo che si erano proposti coloro che si sono dati appuntamento in piazza era di raggiungere almeno quota 6mila persone, le stesse che avrebbero riempito il PalaDozza. Il risultato? Alla fine, in Piazza Maggiore erano probabilmente il doppio! Persone, con molto entusiasmo, tanta tenacia e senza un euro hanno sfidato Matteo Salvini, i suoi slogan, le sue fake, i suoi bot, la sua pubblicità... e lo hanno battuto, stracciato, ridicolizzato... sul suo stesso terreno, facendogli capire che "Bologna non si lega".

E come direbbe lui, per chiudere il discorso, è doveroso aggiungere anche un bel "Punto"!