Iacopo Scaramuzzi scrive un articolo commentando l'indizione del Sinodo in Italia da parte di Papa Francesco.
Per il Movimento Internazionale dei sacerdoti sposati Papa Francesco impone la Sinodalità in Italia. Ma in Amazzonia sono state disattese in pieno le indicazioni sui preti sposati. Ora cambi rotta e riammetta i preti sposati.
Di seguito l'articolo tratto da ilsismograg.blogspot.com...
I vescovi italiani ne sanno qualcosa. Quando nel 2017 il Papa chiese loro di eleggere per la prima volta nella storia il loro presidente, la Conferenza episcopale italiana recalcitrò, temporeggiò, frenò. Il primate d’Italia ha dovuto forzare la mano affinché i successori degli apostoli si appropriassero collegialmente del potere che egli dismetteva. La Chiesa cattolica, si sa, non è una democrazia. E Jorge Mario Bergoglio, che pure non manca occasione per tessere l’elogio della democrazia e mettere in guardia dai rischi che essa corre, governa piuttosto come un sovrano. Ma non uno qualsiasi: il re di Francia che nel 1814 si spogliò di alcune sue prerogative concedendo una costituzione, la «constitution octroyée». Si può restare spiazzati da svariate iniziative del Papa argentino se non si coglie questa torsione. Quando abroga la liberalizzazione del messale antico decisa da Benedetto XVI, agisce d’imperio, sì… per evitare, però, che si diffonda «un rifiuto crescente non solo della riforma liturgica, ma del concilio Vaticano II», che, come è noto, ha valorizzato il «popolo di Dio» incastonando in esso anche il papato. Quando modifica in corso d’opera le norme penali del tribunale vaticano arbitrariamente esercita il potere legislativo ed esecutivo sopra quello giudiziario, vero… con il risultato, però, di una giurisdizione più equilibrata, dove un cardinale può essere processato da giudici ordinari, i magistrati hanno maggiore autonomia e, paradossalmente, il Papa meno potere. Quando avvia un percorso sinodale, lo impone, sì: con una «synodalité octroyée», però, che obbliga gli episcopati riluttanti a non nascondere dibattiti e conflitti già diffusi nel «popolo di Dio». (tratto da Jesus)