Evidentemente, rivolgendosi ad un elettorato non perfettamente in grado d'intendere e di volere, capace di capire e persino ricordare ciò che è stato detto anche solo il giorno precedente, il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, è tornato nuovamente parlare di prevenzione, stavolta minacciando persino i cittadini.

"È finito il tempo in cui lo Stato poteva intervenire ed erogare risorse per tutti e per sempre", ha dichiuarato alla conferenza “Disaster risk financing: the role of insurance for new public-private partnerships”, in corso all'Ania. "La prevenzione non può essere un obbligo solo a carico delle istituzioni, deve esserlo anche a carico di ciascun cittadino. Ogni cittadino deve essere consapevole di vivere su un territorio a rischio e adeguare ogni misura, ogni iniziativa non per evitare, purtroppo non si può, ma per ridurre l'esposizione al rischio propria e dei propri beni". 

Pertanto, dopo aver ammesso che il governo di cui fa parte non è in grado di gestire il territorio, ha detto alla gente di arrangiarsi per proprio conto, anche se non è chiaro come. Forse sono gli italiani che dovrebbero iniziare a costruire argini e canali scolmatori oppure dovrebbero pagare migliaia di euro per un'assicurazione che garantisca decine, se non centinaia di migliaia di euro di danni. C'è poi anche l'altro aspetto delle tasse che Musumeci non ha spiegato. Se non vengono usate per fare anche opere pubbliche a vantaggio di tutti, perché pagarle? Ma Musumeci non lo ha spiegato.

In compenso, sulla radio di Confindustria, il ministro era tornato sulla polemica da lui creata in relazione alla  nuova alluvione in Emilia Romagna:

"Ieri non ho scatenato alcuna polemica: se gli altri si divertono a farlo mentre la gente soffre non è un problema mio. Ho solo detto che lo Stato vuole collaborare con l'Emilia-Romagna e con tutte le altre Regioni, ma se lo Stato eroga risorse ha anche il diritto di sapere se sono state spese, tutte o in parte, e dove. La programmazione è l'elemento base per pianificare la prevenzione strutturale. In 10 anni la Regione ha avuto circa 600 milioni per mettere in sicurezza il territorio. Se ogni volta che piove in Emilia-Romagna succede il finimondo, è chiaro che qualcosa non torna. Non è un atto di accusa: si tratta di pianificare per evitare che quella Regione, insieme ad altre, debba diventare ogni volta un campo infernale dopo una pioggia abbondante che non è più eccezionale, ormai è diventata ordinarietà. Chiediamo alle Regioni che non siamo più disposti a erogare risorse senza successivamente confrontarci per capire dove e come sono state spese. È un fatto di responsabilità. Mettiamoci intorno a un tavolo e diteci: abbiamo potuto spendere il 30, il 40, il 50%, non è uno scandalo, poi vediamo di capire come accelerare la spesa". 

È chiaro che il ministro è confuso. Prima di tutto, ha parlato di interventi che avrebbero dovuto esser fatti nel corso degli anni e che, a suo dire non sarebbero mai stati fatti... senza fornire dati,  mentre poco dopo ha sostenuto, lui stesso, che con il cambiamento climatico le opere fatte rischiano di essere obsolete nel giro di pochissimo tempo. 

Come faccia gente simile a governare una nazione è un mistero! Ma c'è di più. Ecco un nuovo promemoria di Report su cosa ha fatto il governo Meloni che, a dire di Musumeci, avrebbe dato soldi a tutti, salvo che non gli sono stati chiesti!

C'è comunque un'alluvione in corso che, pare, sia in via di risoluzione... maltempo permettendo.